“Ieri sera in consiglio comunale a Rapallo abbiamo assistito a una brutta pagina di politica territoriale. Con i soli voti contrari dei consiglieri della Lega, coerenti fino in fondo, è stato purtroppo approvato un documento di apertura al Parco nazionale di Portofino che prevede l’inclusione di circa 800 ettari (corrispondenti al 25% del territorio comunale) distribuiti sulle dorsali dei crinali dei confini amministrativi rapallesi.
In sintesi, si tratta di una striscia di territorio molto stretta e con una lunghezza di svariati chilometri, a dir poco incomprensibile per un Parco nazionale.
Se Rapallo avesse creduto davvero nel Parco avrebbe dovuto inserire le vere zone di pregio sul mare, ad esempio le aree di San Michele di Pagana e di Parco Casale, come hanno fatto i Comuni di Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure.
L’amministrazione comunale, dunque, ha deciso di andare contro il presidente della giunta regionale Giovanni Toti, il quale ha sempre sostenuto che il Parco di Portofino deve rimanere sul promontorio e che la perimetrazione provvisoria deve essere omogenea e aderente ai confini del 1935.
In questo modo, invece, vi è il concreto rischio che i tecnici del ministero dell’Ambiente e di Ispra, avendo incassato le aperture di alcuni territori del Levante, possano avviare la procedura per la perimetrazione definitiva, che a quel punto nessuno avrà la fretta di individuare, facendo calare i vincoli su tutti i 5mila ettari previsti dal decreto ministeriale.
Prendiamo atto del comportamento dei rappresentanti degli altri partiti della coalizione di centrodestra che non hanno raccolto la richiesta di confronto e dialogo, fin dal principio avanzata dai rappresentanti della Lega in Regione Liguria al Comune di Rapallo, e che, dopo un mese di silenzio, hanno assunto una decisione politicamente e tecnicamente inaccettabile”.
Lo hanno dichiarato il vice capogruppo regionale e il consigliere regionale della Lega Sandro Garibaldi e Alessio Piana.
Parco Portofino, Rapallo contro Toti. M5S: bene, ma proposta appena sufficiente