“Si apprende in questi giorni che, contrariamente a quanto previsto fino a oggi, il Comune di Genova sarebbe intenzionato ad acquistare da CDS Holding l’area sportiva inserita nell’ex Palasport, venduto all’epoca per 14 milioni di euro e valutata oggi dall’azienda tra i 38 e i 40 milioni.
L’eventuale acquisto da parte del Comune della parte sportiva dell’ex Palasport, oltre a stravolgere il progetto iniziale, addossa le decine di milioni di euro di costi extra sulle spalle di cittadine e cittadini genovesi, e risulta a dir poco incomprensibile”.
Lo hanno dichiarato ieri i consiglieri comunali del Pd a Genova.
“Secondo quanto stabilito – hanno aggiunto dal Pd – nell’accordo di vendita, infatti, per l’area in questione era già previsto l’uso pubblico. Pertanto, è decisamente poco chiaro, a fronte dei costi di manutenzione e di condominio che ogni anno, in quanto proprietario, dovrà pagare per la gestione, quali sarebbero i potenziali vantaggi che il Comune di Genova trarrebbe dall’acquisizione.
Inoltre, l’uso pubblico dell’area sportiva del Waterfront Mall costituiva la contropartita che il privato si impegnava a garantire in cambio dei molto dibattuti 28.000 mq di spazi commerciali contenuti nel progetto.
Quali sono, invece, oggi gli oneri a carico dell’investitore privato CDS Holding?
Come mai il Comune ha concesso a un privato una superficie lorda affittabile così estesa (per fare un paragone quella della Fiumara è di 40.000 metri quadrati) per poi addossarsi i costi di gestione di quella che doveva essere la ‘contropartita’?
Come avviene ormai da sei anni a questa parte, assistiamo alla completa mancanza di chiarezza nei processi decisionali della giunta Bucci.
Abbiamo depositato un’interrogazione e una richiesta di commissione urgente per conoscere le motivazioni che hanno spinto la giunta comunale a questa scelta, chiedendo che, al cambiare delle condizioni, si riveda il progetto, aprendo un tavolo tra Comune, CDS Holding e rappresentanze del commercio e dello sport per ridurre gli spazi commerciali previsti nell’attuale progetto (già fortemente criticati dalle associazioni di categoria) e restituire in servizi ai genovesi il costo dell’acquisto dell’area”.