“L’ufficio stampa del San Martino rilascia la notizia che tutta l’attività del Policlinico genovese sia ormai rientrata nella normalità.
Purtroppo non è vero, e lo dicono i fatti.
La percezione all’interno dell’ospedale è ben diversa, sia da parte degli operatori sanitari sia da parte delle associazioni dei pazienti, che in più di un’occasione hanno manifestato preoccupazioni.
Ma questo la direzione generale del San Martino non lo dice”.
Lo hanno dichiarato ieri i consiglieri regionali Gianni Pastorino e Francesco Battistini (Linea condivisa).
“Oggettivamente – hanno spiegato i consiglieri di opposizione – il ‘ritorno alla normalità’ è molto lento.
Ne sono testimoni la frenata agli interventi chirurgici e le numerose situazioni di difficoltà vissute ancora da molti reparti, a causa della diminuzione di posti letto e per la dispersione del personale, avvenuta nei mesi dell’emergenza Covid-19.
In particolare, il tasto dolente è proprio la riassegnazione degli operatori ai reparti di provenienza.
Il caso di Oncologia 1 è emblematico: il risalto mediatico dato alla vicenda è stato positivo, perché ha dimostrato ai cittadini quanto la situazione sia ben lontana dalla normalità evocata dai vertici dell’ospedale”.
Inoltre, resta tutt’ora chiuso il reparto trapianti del rene e post trapiantologico del fegato, di competenza del dott. Andorno e della dott.ssa Fontana.
Sappiamo che c’è la promessa di riaprire il prossimo 7 settembre, ma con meno letti a disposizione rispetto alla situazione pre-Covid e con grandi incertezze sul ripristino delle dotazioni infermieristiche.
Elemento, quest’ultimo, assolutamente essenziale per l’attività di questo reparto.
Insomma, la situazione è molto più complessa di come ci viene descritta dalla comunicazione del San Martino.
Ma la colpa non può essere attribuita agli operatori sanitari, che in questi mesi si sono prodigati oltre ogni limite per far fronte a una situazione straordinaria.
Il personale e i pazienti hanno bisogno di certezze: è necessario uscire dall’ordinaria confusione che contraddistingue il nostro maxi-ospedale”.