“L’emendamento alla Legge di Bilancio per introdurre un’imposta sui grandi patrimoni non è un dogma inscalfibile. Il contenuto dell’emendamento è modificabile. Dunque, se il problema è rappresentato dalla soglia minima di 500mila euro, prevista dal testo depositato alla Camera, si può dialogare e arrivare a una soluzione capace di mettere d’accordo tutti”.
Lo ha dichiarato oggi il deputato genovese Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Leu.
“Il tema della patrimoniale – ha aggiunto – non deve essere affrontato con pregiudizi da nessuna delle parti in causa. L’apertura al confronto è in questo senso totale, ma deve essere reciproca e senza dogmi da parte di nessuno.
La pandemia da Covid-19 ha modificato radicalmente le nostre vite e rende doveroso un intervento fiscale con una patrimoniale.
Appellarsi al programma di Governo, elaborato prima dell’arrivo del coronavirus, non serve a molto. Il mondo, non solo l’Italia, è cambiato
In questo senso non è accettabile il veto ideologico a una tassazione sui grandi patrimoni.
La progressività fiscale era e resta un obiettivo di questo Governo e della maggioranza. L’incremento del prelievo su chi possiede grandi ricchezze non è uno scandalo, né può provocare reazioni di ‘lesa maestà’, ancora di più nelle forze di centrosinistra.
Al di là delle polemiche strumentali, il tema deve essere inserito in agenda, con le rimodulazioni ritenute più opportune per evitare di danneggiare il ceto medio. Perché l’intento è quello di tutelare le fasce più colpite dalla crisi economica, non indebolirlo ulteriormente”.