“Serve una comunicazione strutturata e capillare nei Centri oncologici e negli ospedali per far sapere alle donne, soggette a chemioterapia o alopecia per altre patologie, con un Isee fino a 10mila euro, di poter chiedere il contributo di 250 euro per l’acquisto di una parrucca, come previsto dalla legge regionale 15/2013 e 22/2020.
La caduta dei capelli in seguito a chemioterapia è causa di una sofferenza psicologica aggiuntiva per le donne e l’acquisto di una parrucca comporta un costo, spesso oneroso e non sempre sostenibile, per la persona malata.
In Liguria, in tre anni, tra il 2020 e il 2022, sono state solo 25 le persone che hanno usufruito del servizio. Un numero che fa pensare che molti non sono a conoscenza di questo diritto.
Per questo, visto che ci sono ancora fondi disponibili, che permetterebbero ad altre donne di avere il contributo, chiederò due modifiche alle legge regionale, sia per avviare una comunicazione diffusa, con distribuzione di brochure e depliant nei reparti di oncologia e negli ospedali, sia per promuovere una collaborazione con il territorio, per costruire una rete tra centri oncologici, associazioni e attività private che offrono parrucche in comodato d’uso per dare alle pazienti oncologiche soggette a chemioterapia un’altra possibilità di scelta.
Inoltre, accogliendo la proposta dall’associazione Wecare, si potrebbe prevedere che le parrucche, al termine dell’utilizzo, vengano conferite alle associazioni che hanno una ‘banca delle parrucche’, per renderle disponibili ad altri pazienti.
E se necessario, all’aumentare delle richieste, prevedere un incremento di fondi”.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti, che chiederà due modifiche alla legge regionale sul contributo economico per l’acquisto di una parrucca a chi è affetto da alopecia o paziente oncologico in cura con chemioterapia.
“La qualità della vita, il ritorno al lavoro, la socialità di chi è soggetto a chemioterapia – ha aggiunto Rossetti – dipendono anche da una parrucca, che diventa un presidio sanitario necessario. Per questo è importante avviare una campagna di comunicazione sui vari servizi che la Regione e il territorio offrono a chi è soggetto ad alopecia da chemioterapia o per altre patologie”.