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Pd, AVS, M5S e Orlando: chiudere Alisa, è un carrozzone

La minoranza in consiglio regionale (foto di repertorio)

I gruppi di minoranza in consiglio regionale (Partito Democratico, Alleanza verdi e Sinistra, Lista Orlando Presidente e Movimento 5 Stelle) oggi hanno chiesto di “cominciare urgentemente un processo di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale che, partendo dalla soppressione di Alisa, attribuisca in maniera razionale ed efficace le competenze dell’azienda stessa tra l’assessorato e i vari soggetti”.

“Alisa – hanno dichiarato – si è rivelata negli anni una struttura inutile, avrebbe dovuto favorire un’evoluzione equilibrata del Servizio Sanitario Regionale, in sinergia con le politiche sociali, in una collaborazione tra Regione liguria, Enti locali e i soggetti che partecipano allo sviluppo e al miglioramento del Sistema sanitario regionale.

Avrebbe anche dovuto svolgere funzioni di programmazione sanitaria e sociosanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie, invece non è riuscita a realizzare nulla di tutto questo: ci troviamo di fronte a un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti e allo sfascio.

Liste d’attesa infinite, cittadini costretti a rinunciare a curarsi perché non hanno la disponibilità economica e fughe fuori regione per visite o esami.

La compresenza di cinque ASL e di Alisa comporta, di fatto, tra le 22 e le 24 figure dirigenziali apicali, che oggi si aggiungono ai 13 specialisti che compongono il Consiglio superiore di sanità ligure e ai quattro saggi chiamati a sostegno dell’assessore Massimo Nicolò (FdI).

Un ingente esborso di risorse economiche che potrebbero essere utilizzate soprattutto nell’assolvimento dei Livelli essenziali di assistenza.

Questo impone una profonda riflessione. Da una parte calibrare, valorizzandola, l’incidenza delle figure dirigenziali; dall’altra porsi l’obiettivo di incrementare l’efficacia delle prestazioni sanitarie sul territorio, creando strutture omogenee con carichi di lavoro coerenti e in linea con quanto avviene nelle regioni di riferimento del nostro Paese”.

 “Chiederemo alla giunta Bucci e alla sua maggioranza una parola di chiarezza su prospettive e governance della sanità in Liguria. Dopo l’evidente fallimento di Alisa – ha aggiunto l’ex candidato presidente del centrosinistra Andrea Orlando –  Bucci ha proceduto con una serie di nomine fantasiose da inserire nella struttura sanitaria regionale, tra consulenti e Consiglio superiore della sanità ligure, del tutto in contrasto con l’assetto che faceva ruotare ogni decisione intorno ad Alisa.

È giunto il momento di capire come queste architetture barocche possano essere compatibili con una struttura che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza e incapacità.

Il presupposto per la riorganizzazione dei servizi è, da un lato quello di costruire una programmazione e dall’altro di avviare una governance per attuarla e verificarne i risultati. Ad oggi non ci sono entrambe, né la programmazione né la governance. Le aspettiamo”.

“L’esperienza – ha sottolineato Gianni Pastorino, primo firmatario della mozione – ci ha dimostrato che questa sovrastruttura ha fallito nella sua missione di organo di coordinamento, controllo e elaborazione complessiva sulla sanità nella nostra regione.

Non ha risolto le criticità della sanità ligure ma le ha aggravate: liste d’attesa interminabili, difficoltà nell’accesso alle cure, mobilità passiva in crescita e un sistema burocratico sempre più macchinoso.

 Proprio per contrastare queste storture, come Linea Condivisa abbiamo aperto gli Sportelli Diritto Salute a Bolzaneto e Sampierdarena, punti di riferimento fondamentali per chi si scontra ogni giorno con ostacoli nell’accesso alle prestazioni sanitarie.

In poco più di un anno abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni e aiutato concretamente centinaia di cittadine e cittadini a ottenere visite ed esami che il sistema pubblico non riusciva a garantire nei tempi previsti.

Alisa, invece, ha fallito. Non ha migliorato la sanità ligure, non ha garantito maggiore efficienza, non ha risolto i problemi di accesso alle cure. È solo un livello burocratico in più che si sovrappone a Asl, Assessorato e aziende ospedaliere, complicando ulteriormente la gestione del sistema sanitario regionale”.

“L’abolizione di Alisa – ha osservato Armando Sanna (Pd) – era e deve essere il punto di partenza per ricostruire la sanità in regione Liguria. Lo chiediamo ormai da anni.

Un’agenzia che toglie risorse alla rete dei servizi, in particolare per la non autosufficienza, per le persone anziane, gravando drammaticamente sui conti di un sistema sanitario ligure allo stremo, appesantita, da ultimo, con ulteriori sovrastrutture utili solo a generare altre poltrone.

Una situazione ormai cronicizzata, che fra liste d’attesa infinite e fughe sanitarie in altre regioni ribadisce, se ancora ve ne fosse bisogno, l’emergenza che i cittadini liguri stanno vivendo. Il tempo è scaduto. Bisogna chiudere questo carrozzone inutile”

“Alisa – ha ribadito Selena Candia (AVS) – è stata spacciata per anni come la soluzione invece è diventata il problema. Ha complicato la gestione sanitaria invece che semplificarla e ha aumentato i costi che dovrebbero invece essere usati per il personale. E soprattutto viene usata da paravento per un potere politico che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di quello che sta facendo, ovvero smantellare la sanità pubblica per far avanzare quella privata”.

“Il fallimento di Alisa – ha affermato Stefano Giordano (M5S) – lo avevamo ampiamente predetto nel 2016. In ben due legislature abbiamo continuato a denunciare la spesa folle che quel vergognoso poltronificio voluto da Giovanni Toti e Sonia Viale rappresentava per le tasche dei cittadini.

Otto anni di sperperi che la maggioranza ha voluto imporre a tutti i costi ai liguri senza dare loro un servizio sanitario efficace. L’imbarazzo della destra è finalmente emerso in tutta la sua plasticità all’alba della campagna elettorale dello scorso ottobre.

Definita un ‘vulnus’ da quasi tutti i partiti del centrodestra, è stata finalmente riconosciuto la necessità di relegare la pessima esperienza nel passato, chiudendo il carrozzone.

Peccato che oggi, una volta tornata al potere con Bucci, la destra faccia la gnorri e continui a sostenere la super Asl che di super ha solo i costi monstre.

È ora di dire basta ed è ora che la maggioranza regionale faccia mea culpa: chiudiamo Alisa e usiamo meglio i soldi dei contribuenti per garantire a tutti una sanità pubblica credibile capace di dare risposte immediate.

È accettabile continuare a foraggiare un carrozzone che si mangia oltre 40 milioni di euro annui senza che vi sia una corretta programmazione sanitaria? No. Chiudiamo quel capitolo che in otto anni ha dato vita a sperpero economico, diseconomia e costi fuori controllo”.

“Alisa è finita, se ne prenda atto. Il Pd – ha detto Enrico Ioculano (Pd) –  ha sempre sostenuto che fosse un Ente autoreferenziale. Durante la campagna elettorale, anche il centrodestra ha riconosciuto questa realtà, seppur con posizioni discordanti al suo interno.

Alcuni la sostenevano, altri erano dubbiosi, mentre c’è stato chi l’ha definita addirittura ‘un doppione dell’assessorato, non serve a nulla’ (On. Matteo Rosso – Fratelli d’Italia, il 20 settembre 2024).

Oggi è necessario mettere la parola fine all’esperienza di questo Ente, che non ha raggiunto nessuno degli obiettivi per cui era stato istituito. Di certo, non è riuscito nell’intento di omogeneizzare i processi tra Aziende e territori, se non addirittura complicare i processi di governance”.