Se a Torino il popolo del M5S è sceso in piazza a protestare per la democrazia e contro il “Nein” del presidente della Repubblica al prof. Savona (v. articolo precedente) per cui M5S e FdI hanno legittimamente invocato l’impeachment, ossia la messa in stato di accusa per alto tradimento, stamane a Genova i rappresentanti della sinistra (tra cui il consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti e il segretario genovese del Pd Alberto Pandolfo) sono scesi in piazza davanti alla Prefettura per difendere altrettanto legittimamente Sergio Mattarella. Presenti anche l’ex candidato sindaco Gianni Crivello e l’ex deputato di Sel Stefano Quaranta.
Però, di fronte al presunto “pericolo populismo” di Lega e M5S asserito dall’élite di Pd, UE, poteri forti, etc., si sono presentate circa 250 persone.
Fermo restando la richiesta della Lega di andare al più presto al voto e la tiepida reazione a favore di Mattarella da parte di Silvio Berlusconi, che si potrà ricandidare grazie all’improvvisa decisione dei giudici, il Pd che ha mal governato ed è stato bocciato dal voto del 4 marzo rischia di finire sotto al 10% perché i movimenti che propugnano il governo del cambiamento appaiono in netta ascesa.
Oggi più che ieri, infatti, moltissimi italiani si sentono ancora più presi in giro e, mondialismo che li stritola a parte, il ritornello di oggi è ovunque lo stesso: “Cosa siamo andati a votare a fare?”.
Pertanto, appare ovvia la reazione all’incredibile scelta di Mattarella e per i prossimi mesi è prevedibile un ribaltamento dei consensi e il completamento della svolta epocale (Terza Repubblica) testimoniata dall’esito del voto di domenica 4 marzo.
E’ quindi probabile che gran parte dei voti di sinistra andranno ai “sovranisti sociali” del M5S e gran parte di quelli degli altri ai “sovranisti identitari” della Lega che peraltro raccolgono sempre più consensi anche dalla base operaia, in contrapposizione ai “mondialisti” del Pd e in parte di FI.
Così come stanno ora le cose, alle prossime elezioni, se indette entro pochissimi mesi, i due partiti (con l’aggiunta di FdI) potranno ottenere anche il 70% senza bisogno di procrastinare per mesi e stare lì a bisticciare in Parlamento anche per fare una nuova elegge elettorale.
In tale contesto, non a caso oggi il consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti ha lanciato un appello “per rinsaldare” l’ormai disgregato centrosinistra: “I presidi nelle piazze italiane a difesa del Presidente della Repubblica Mattarella e della Costituzione sono un segnale positivo per la tenuta democratica del Paese. Tanti hanno capito che i grandi avversari da battere sono il populismo demagogico e l’interesse del consenso perenne coltivato da Salvini e questa consapevolezza può essere utile a rinsaldare tutte quelle aree e forze che si sono riconosciute in passato nel centrosinistra. Penso però che non si debbano mettere insieme solo storie comuni e spesso, purtroppo, molto litigiose fra loro, ma credo sia anche necessario traguardare nuove collaborazioni con il mondo del lavoro, la società e la politica. Il grande conflitto che si prospetta davanti non sarà solo fra destra e sinistra, ma soprattutto fra progressismo e populismo. Da qui nasce la doppia necessità di rinsaldare i rapporti e di aprire anche nuovi scenari. Uniti e più forti si vince per il benessere degli italiani e per lo sviluppo del nostro Paese. Sono fiero di aver cantato oggi, davanti alla Prefettura, l’Inno di Mameli”.