Un dipendente insoddisfatto ha dapprima aggredito il proprio titolare e poi ha preteso di essere pagato più di quanto pattuito.
È questa la ricostruzione dei fatti della polizia, intervenuta su segnalazione della madre del titolare aggredito il quale si presentava, all’arrivo degli agenti, ricoperto del proprio sangue che gli fuoriusciva dalla ferita riportata allo zigomo.
L’autore di questo atto violento è risultato essere un dipendente che recriminava al titolare di avergli assegnato compiti che non gli spettavano e, pertanto, anche la paga pattuita risultava, a suo dire, inadeguata.
Durante la lite verbale scaturita, nel corso della quale il dipendente minacciava di morte il titolare e prometteva di distruggergli il locale, non pago delle offese verbali si scagliava nei confronti del suo interlocutore colpendolo con una violenta testata sullo zigomo sinistro.
La madre della vittima, che si trovava nella stanza attigua, allarmata dalle grida andava in soccorso al figlio e, frapponendosi tra i due litiganti, veniva a sua volta spintonata dall’aggressore.
Per porre fine a quella condotta di immotivata violenza, la madre consegnava al dipendente 100€ in aggiunta alla paga pattuita, che, ottenuto quanto richiesto, si allontanava prima dell’arrivo della Polizia.
Gli agenti, giunti sul posto, chiedevano l’intervento dei sanitari del 118 che trasportavano il ferito al locale Pronto Soccorso ove gli veniva diagnosticata una ferita lacerocontusa con esiti permanenti con 21 giorni di prognosi mentre i medici riscontravano alla madre uno stato d’ansia reattivo, con prognosi di giorni 7.
L’aggressore, a causa delle proprie condotte, veniva quindi denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per estorsione e lesioni personali.