“L’intervento di retrofitting, con adeguato anticipo rispetto al momento del crollo, lo avrebbe evitato con elevata probabilità. E ciò si evince dal fatto che il crollo non si è propagato alle parti della struttura già sottoposte a tale intervento”.
Lo scrivono i periti del gip nella relazione, consegnata oggi, sulle motivazioni del tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 (43 morti).
Le stime di corrosione riportate nel progetto di retrofitting “stimate tra il 10 e il 20 per cento, indistintamente in entrambe le pile, sono in palese contraddizione con le stime eseguite nel 1993 che risultavano, nelle pile 9 e 10 rispettivamente all’8,6% e al 20,54%” come se “si fosse arrestato il progredire del fenomeno di corrosione in un quarto di secolo”, circostanza “chiaramente assurda e inaccettabile”.
In sostanza “controlli mancanti” e “inadeguati”, “nessun intervento per arrestare il degrado” e “la riparazione dei difetti”, ma anche “carenze progettuali e difetti costruttivi in fase di realizzazione” sono le cause che, sempre secondo i periti, hanno determinato il crollo del viadotto autostradale sul Polcevera.
A concorrere nel disastro, secondo i tecnici, anche i difetti di progettazione e di esecuzione dell’opera come lo stesso ingegnere Morandi aveva detto già pochi anni dopo l’inaugurazione.
“Allarmi rimasti inascoltati negli anni”, scrivono i super esperti del Tribunale genovese.
Nell’inchiesta sono indagate 71 persone tra ex manager di Autostrade e tecnici di Spea, ma anche dirigenti del Mit e del Provveditorato per le opere pubbliche.
Le accuse sono a vario titolo di falso, crollo doloso, disastro colposo, omicidio colposo plurimo e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Di sicuro, sempre secondo i periti, non ci fu nessun fattore esterno a determinare il crollo, come la bobina caduta da un Tir.
Il crollo è stato determinato dal cedimento dei tiranti della pila 9, quella collassata.
La relazione dei periti del gip verrà discussa a partire dal prossimo gennaio nelle udienze del secondo incidente probatorio.