“Un presidente della Regione che negli uffici della Regione insieme al sindaco di Genova per le elezioni amministrative organizza i voti dei mafiosi, non può più fare il presidente della Regione Liguria. Si deve dimettere”.
Sono state queste le dure le parole del capogruppo regionale Luca Garibaldi (Pd), che oggi in aula consiliare ha motivato anche così la mozione di sfiducia depositata dalle minoranze (Azione esclusa) nei confronti del governatore Giovanni Toti, da martedì 7 maggio agli arresti domiciliari per corruzione elettorale.
Le parole di Luca Garibaldi riferite ai presunti voti della comunità riesina, in particolare quella di Genova Certosa, che sarebbero stati veicolati dai fratelli siciliani Arturo e Maurizio Testa (indagati nel caso Toti con l’aggravante mafiosa ed espulsi da Forza Italia), hanno suscitato un boato e dure proteste tra i banchi della maggioranza di centrodestra.
Alcuni colleghi gli hanno ricordato come ogni consigliere regionale sia “responsabile delle sue parole”.