Necessario semplificare e non intricare ancora di più la normativa sulla pesca, per sostenere davvero il settore ittico ligure
Se da un lato il nuovo Regolamento Controlli europeo rappresenta un’occasione per rendere tracciabile l’origine dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura lungo tutta la filiera, dall’altro, anche per i pescatori liguri, rischiano di aumentare i requisiti da soddisfare per poter uscire in mare, con l’istallazione di telecamere a bordo, oltre a norme più severe da seguire, ad esempio, per il giornale di pesca elettronico: così si rischia solo di aprire ancora di più la strada all’arrivo di pesce straniero sulle tavole, oltre a mandare ulteriormente in crisi un settore che ha già subito pesanti perdite in anno di pandemia. È come Commenta Coldiretti Liguria il nuovo Regolamento approvato dal Parlamento Europeo che si avvia ora all’iter di negoziato in Consiglio.
“Anche questa volta – afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresapesca Liguria – è mancata una reale azione per semplificare l’intricata normativa sulla pesca, rendendola più equa e proporzionale a livello europeo. Quello che si rischia ora sono eccessivi tecnicismi nei controlli a causa dell’installazione obbligatoria delle telecamere CCTV per le imbarcazioni sopra i 12 metri identificate come ad alto rischio di inosservanza dell’obbligo di sbarco. Norme più severe anche per il giornale di PESCA elettronico e il Vessel Monitoring System; e invece di rendere più proporzionate le sanzioni amministrative, si prevede un inasprimento, con sanzioni penali. Riteniamo che i controlli siano necessari, ma è anche indispensabile garantire alle imprese di non dover aumentare ulteriormente i costi di gestione e la burocrazia che, di fatto, strozza quelle più piccole e non risolve i problemi.”
“I nostri pescatori – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che svolgono l’attività nel pieno rispetto delle regole, tutelando l’ambiente marino e le specie presenti, vengono di fatto penalizzati da queste norme ancora più stringenti, che colpiscono un sistema che soffre già, nella nostra regione, a causa della concorrenza sleale del pesce straniero, delle perdite subite a causa della pandemia e per la mancanza di un reale cambio generazionale. Soprattutto quest’anno serve tenere realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie, evitando di portare le aziende sotto la soglia di sostenibilità economica. Bene invece la decisione del Parlamento Europeo sulla tracciabilità dell’origine dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, non solo alla produzione o all’immissione nella filiera, ma bensì lungo tutta la catena alimentare, compresi i prodotti lavorati e importati. Questo è un aspetto fondamentale per la sicurezza del consumatore e per le marinerie locali, ma bisogna sostenere realmente il settore permettendo così alle imprese di continuare a pescare , rinforzare i bilanci e l’occupazione regionale.”