Il deputato ligure Francesco Bruzzone (Lega) oggi ha riferito di avere presentato una risoluzione in XIII commissione (Agricoltura) alla Camera dei Deputati sul disastro della Peste suina africana, che sta colpendo in particolare il territorio savonese, genovese e del Basso Piemonte.
“Bisogna sottolineare – si legge fra l’altro nel testo dell’atto presentato alla Camera – che i cacciatori non hanno alcun interesse e motivo etico ad effettuare gli abbattimenti dei cinghiali se questi dovranno essere inceneriti anche se negativi alla Psa, portando, quindi, ad un rallentamento del loro contenimento.
La diffusione della peste suina africana e il grande rischio di espansione della stessa sono infatti legati prevalentemente al proliferare dei cinghiali, riconosciuti come principali vettori della malattia.
Auspicare che la malattia faccia il suo corso e che i cinghiali si persuadano che devono morire, è imprudente e rischioso perché questa inattività dei cacciatori surrettiziamente imposta potrebbe generare sempre più danni e maggiori problemi di incolumità pubblica, oltretutto rendendo endemica la malattia sul territorio con tutte le conseguenze, come un aumento e allargamento della diffusione della Psa, e le responsabilità che ne conseguiranno.
Pertanto, è necessario intervenire con operazioni di depopolamento del cinghiale da parte di un elevato numero di operatori di biosicurezza anche con l’uso di ausiliari per gli abbattimenti.
E’ indispensabile portare avanti e intensificare, gli interventi fino ad oggi intrapresi per il contenimento della diffusione e il contrasto della Psa, ai fini di una sua completa eradicazione, che si auspica possa avvenire in tempi brevissimi.
E’ necessario adottare immediatamente le misure atte alla eradicazione della peste suina africana previste dalla strategia di eradicazione della Commissione europea, per evitare la diffusione della malattia e le conseguenze dannose che potrebbe comportare”.
Con questo atto s’impegna quindi il Governo “ad adoperarsi affinché l’attività del Governo e del Commissario straordinario alla Peste suina africana siano improntate all’eradicazione della malattia sul territorio nazionale e che i focolai di peste suina africana rimangano isolati e non si estendano alle zone attualmente indenni, al fine di tutelare e proteggere maggiormente le zone a più alta intensità di capi suini allevati e di stabilimenti produttivi di carni e salumi.
Ad intraprendere tutte le iniziative necessarie all’eradicazione della malattia, valutando anche l’adozione delle nuove misure di sorveglianza attiva, comprese quelle che saranno stabilite dal nuovo piano nazionale straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, al fine di evitare gravi ripercussioni economiche e sociali che ne deriverebbero dalla diffusione del virus.
A potenziare la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale nelle zone di restrizione I e II.
A mettere in atto ulteriori e più efficaci azioni di depopolamento nelle aree di restrizione I e II.
A prevedere, per effettuare il prelievo del cinghiale, l’aumento numerico dei soggetti i quali possano essere autorizzati anche con l’utilizzo dei mezzi ausiliari, quali ad esempio i cani, al fine del contenimento della diffusione e il contrasto della Psa nonché della proliferazione della popolazione di cinghiali.
Ad adottare le iniziative di competenza volte a prevedere un potenziamento dei servizi veterinari delle Asl competenti per territorio e delle strutture sanitarie pubbliche delle regioni interessate, a cui andrebbero affidati la rimozione, trasporto, analisi, incenerimento o interramento dei capi abbattuti risultati positivi ai test per la Psa.
Ad avviare una concreta filiera delle carni di cinghiale risultate negative ai test Psa.
Ad adottare le iniziative di competenza volte a stanziare i necessari finanziamenti al commissario straordinario per la peste suina africana ed alle Regioni interessate per poter attuare i piani di eradicazione”.