“Condannate a 14 anni e 2 mesi di carcere per omicidio volontario Marzia Corini”.
E’ la richiesta avanzata stamane della procuratrice generale della Procura di Milano Francesca Nanni per l’anestesista 59enne accusata di avere ucciso, il 25 settembre 2015, con una dose del farmaco Midazolam, il fratello Marco Corini, malato terminale di cancro, avvocato di vip e calciatori, nella sua casa di Ameglia in provincia della Spezia.
La pg rappresenta la pubblica accusa nel processo d’appello bis, dopo che i giudici della Corte di Cassazione avevano annullato con rinvio la sentenza di assoluzione decisa dai giudici della Corte d’Appello di Genova, che avevano ribaltato la sentenza di condanna in primo grado.
Secondo la pubblica accusa la donna avrebbe ucciso il fratello per una serie di moventi: quello “economico” legato all’eredità e quello “personale e famigliare”.
La difesa dell’imputata ha sempre sostenuto che, in sintesi, si sarebbe trattato di “morte naturale”.
Marzia Corini era anche accusata di falso nel testamento del fratello, ma questo reato nel frattempo si è prescritto.
Aggiornamento.
Oggi pomeriggio i giudici della Corte d’Appello hanno deciso di assolvere dall’accusa di omicidio volontario Marzia Corini.
“Il primo pensiero è che questo sistema è sbagliato, si sono presi per 8 anni la vita di una persona innocente” ha riferito l’imputata assolta dai giudici “perché il fatto non sussiste”.
“Penso – ha aggiunto Marzia Corini – alle persone che non possono permetterselo, è un sistema da cambiare dalle fondamenta, io devo la mia vita ai miei due avvocati Vittorio Manes e Giacomo Frazzitta”.