I carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova, al termine di un’indagine lampo conclusa in una settimana, oggi hanno riferito di avere arrestato 4 albanesi ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Si tratta di due fratelli di 29 e 38 anni, titolari di una pizzeria in piazza Rossetti alla Foce, e di altri due connazionali di 41 e 49 anni, residenti a Novara e Alessandria, tutti gravati da precedenti di polizia.
L’attività investigativa è stata avviata a seguito delle segnalazioni ai carabinieri da parte di numerosi residenti della zona, infastiditi dai rumori molesti causati da alcuni clienti del locale.
I conseguenti controlli effettuati sul posto hanno portato all’identificazione di molti avventori del locale e la presenza fra questi, riscontrata più volte in orario serale, del pregiudicato albanese residente ad Alessandria che ha destato un particolare sospetto, ancor più quando è stato visto salire in auto con uno dei proprietari della pizzeria.
Durante i servizi di osservazione, inoltre, è stato riscontrato che alcuni clienti erano noti alle Forze dell’ordine per avere precedenti in materia di droga.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, nel tardo pomeriggio del 30 maggio il pregiudicato albanese di Novara si è incontrato all’esterno del locale con i connazionali titolari della pizzeria.
Durante l’incontro, monitorato a distanza dagli investigatori, lo straniero ha ricevuto da uno dei fratelli una busta, che poi ha posato nell’auto posteggiata in zona.
Messosi alla guida, dopo un breve tragitto, ha parcheggiato l’auto proprio davanti alla pizzeria e una volta sceso dal veicolo con un sacchetto è entrato nel locale.
È stato in quel frangente che i carabinieri hanno fatto irruzione nella pizzeria trovando il sacchetto pieno di droga posato dietro al bancone.
All’interno i militari hanno trovato più di un chilo di cocaina purissima, contrassegnata da un marchio riproducente il logo dell’applicazione “Messenger”.
Considerata la quantità di cocaina e la presenza di un soggetto proveniente dal Piemonte con il verosimile compito di “corriere”, gli inquirenti hanno deciso di proseguire l’attività investigativa approfondendo gli elementi acquisiti durante le contestuali perquisizioni personali e domiciliari degli albanesi.
Le risultanze investigative hanno portato a identificare il presunto fornitore della droga nel pregiudicato albanese residente ad Alessandria, che è stato preso il primo giugno scorso.
L’attività ispettiva non ha portato al ritrovamento di sostanza stupefacente, ma ha consentito di sottoporre a sequestro la somma di 2.500 euro in contanti e una decina di telefoni cellulari.