Oggi si celebra S. Antonio Abate patrono degli animali e nella splendida cornice di Pieve Ligure la consueta festa dei nostri cari amici a quattro zampe si trasferisce dall’Oratorio di S. Antonio Abate alla Parrocchia di S. Michele Arcangelo, sede più idonea onde evitare assembramenti.
Tutti in piazza San Michele, il centro del paese, ben distanziati gli uni dagli altri; chi con i collari, chi con le gabbiette, tutti accompagnati dai propri pelosi compagni di vita che durante questi lunghi mesi di pandemia ci hanno fatto compagnia e aiutato a superare momenti di profonda solitudine.
Ad ogni angolo della piazza cani, gatti e padroni felici; ciascuno sorridente e fiero del proprio esemplare.
All’interno della chiesa i cani più tranquilli, quelli più anziani, quelli che se ne stanno seduti bravi accanto alla loro padroncina che ascolta la messa celebrata dal parroco Don Enrico; oppure quelli che, con il muso appoggiato sulla panca, stanno in silenzio fino a quando non si avvicina un altro simile e allora si scatenano tra i sorrisi generali.
In prima fila immancabile la Confraternita di S. Antonio Abate, protagonista come tutti gli anni.
All’interno di questa bellissima chiesa risalente a prima dell’anno 1000, distratti solo da qualche abbaio di tanto in tanto possiamo godere di alcuni dei capolavori presenti quali: il Battesimo di Cristo sopra il Battistero risalente al 1400, la volta con il dipinto di S. Michele attribuito al discepolo di Raffaello Pierin Del Vaga (1499-1547) e gli stucchi degli altorilievi sopra gli altari laterali di chiara matrice tiepolesca.
Non trascurabili nemmeno gli affreschi dell’Altare Maggiore raffiguranti: la Nascita del Salvatore, la Visita della Madonna a Santa Elisabetta, San Michele e gli angeli in adorazione. Una leggenda, molto discussa ma che ci piace molto, narra che Pierin del Vaga durante un viaggio per mare da Roma a Genova naufragò nel tratto di mare di fronte a Pieve e promise che se si fosse salvato avrebbe dipinto un’opera per quella chiesa visibile dal mare.
Ecco che, una volta sano e salvo, iniziò a dipingere il suo San Michele.
Terminata la celebrazione ecco il parroco invitare tutti, animali e padroncini, fuori sul sagrato della parrocchia per la benedizione di queste splendide creature.
Mentre attendiamo l’uscita del celebrante non possiamo fare a meno di ammirare il campanile che si erge alle spalle della chiesa con i suoi 40 metri di altezza; lo stesso domina il paese e tutta la collina a picco sul mare.
La tradizione vuole che gli antichi Pievesi lo volessero così affinché fosse ben visibile dal mare, dai naviganti che ritornavano a casa dopo lunghi periodi di assenza dai loro cari.
Festa decisamente sotto tono quest’anno; assente il rinfresco dopo la celebrazione con la celebre focaccia di Pieve come le torte squisite preparate dalle donne del paese.
Niente calorosi abbracci tra i presenti, tutti con le loro mascherine sul viso; restano le tante coccole ai cani presenti che con i loro scodinzolii sono felici come sempre.
Qualche persona in meno forse timorosa di contatti e assembramenti che non ci sono stati.
Ma i veri protagonisti restano loro: gli animali. Sono loro che in questa giornata affidiamo al Santo patrono, quel S. Antonio Abate che si celebra ogni anno il 17 gennaio, antico e potente taumaturgo guaritore di malattie al quale oggi affidiamo a protezione i nostri simpatici e amati amici a quattro zampe. Sabrina Malatesta (testo e foto)