SAVONA. 24 AGOS. La percorrono ogni anno più di 50 mila appassionati di trekking, botanica, archeologia, storia e fitness. E’ una delle passeggiate più belle della Riviera di Ponente, un tratto di pochi chilometri percorso in passato da tanti grandi personaggi dell’ arte e della cultura che fecero del Grand Tour il fulcro della propria crescita ed affermazione culturale.
Si tratta dei cinque chilometri della antica Via Romana che collegano il Museo Archeologico Navale Romano nel Centro Storico di Albenga alla Chiesa alassina di Santa Croce, sui cui antichi contrafforti si ergeva la storica Porta del Paradiso, quella che ai grandi viaggiatori, come Rousseau, Ugo Foscolo, Stendhal, William Scott, o Goethe, schiudeva l’ accesso alla Costa Azzurra.
“E’ in tutte le stagioni un vero Paradiso per decine di migliaia di escursionisti italiani e stranieri- ci spiega Bruno Schivo di Amnesty International che periodicamente organizza passeggiate sulla via Romana- La Via Iulia Augusta è l’antica strada romana che collegava Vada Sabatia ad Arles. Anche se di quella antica strada non è rimasto quasi nulla, lungo il suo percorso però vi sono importanti reperti e siti archeologici che in varie epoche sono stati anche oggetto di scavi e ricerche approfondite da parte delle Sovrintendenze e dell’ Istituto Internazionale degli Studi Liguri”.
Recentemente è stata un vero successo la passeggiata archeologica sulle rovine romane organizzata dalla Fondazione Oddi. Un nutrito gruppo di turisti e residenti ha inaugurato questa nuova proposta culturale alla scoperta dei reperti e dei siti di epoca romana più interessanti, visitabili al di fuori delle mura medioevali, come recitava chiaramente il titolo dell’evento: “ Albenga extra moenia: da San Calocero all’ Anfiteatro, al Pilone e lungo la Necropoli meridionale…”.
Si tratta di una nuova ed interessante passeggiata archeologica, che è stata condotta nella sua edizione d’esordio con professionalità e competenza dalla dottoressa Francesca Giraldi, componente del CDA della Fondazione Oddi e ricercatrice dell’Università di Aix-Marsiglia. Per l’ Anfiteatro si è addirittura trattato della prima visita guidata ufficiale dopo più di vent’anni. Una passeggiata che, vista la grande affluenza e l’interesse che ha suscitato fra turisti e residenti verrà riproposta.
Questo percorso, che si spera possa diventare presto un appuntamento periodico, include due importantissime tappe finora poco frequentate dell’ immenso patrimonio culturale ed archeologico albenganese: il Pilone e l’Anfiteatro, quest’ultimo balzato agli onori delle cronache per ospitare ed aver ospitato durante l’estate alcuni spettacoli teatrali, peraltro con grande successo di critica e pubblico.
“L’ itinerario – ci ha spiegato la dottoressa Giraldi- include anche l’area di San Calocero, riportata alla luce grazie agli scavi curati dalla Fondazione Lamboglia ed alla Sovrintendenza APAB Liguria. Un’area oggetto di rilancio da parte della Fondazione, che è riuscita, attraverso un lungo e paziente lavoro, a riaccendere i riflettori anche su questa realtà. L’itinerario che può proseguire fino a Santa Croce può rappresentare una vera e propria passeggiata nel tempo, con la scoperta per turisti e residenti dei luoghi più significativi, di epoca romana e medioevale, conservati anche fuori le mura”.
Attualmente oltre ad Amnesty International ad organizzare visite guidate sulla via Julia Augusta, sono le guide albenganesi dell’ Associazione Mediterranea.
Comunque a far ben sperare circa il rilancio della passeggiata c’è ora anche il progetto “Jpi Ch” (Joint programming initiative on cultural heritage). Si tratta di un progetto europeo che potrebbe offrire all’ amministrazione guidata da Riccardo Tomatis l’ opportunità di valorizzare questo grande patrimonio: “ Speriamo –ci ha spiegato lo stesso sindaco di Albenga – di riuscire a sfruttare questa occasione per far conoscere ancor più questa nostra ricchezza, per favorirne l’accessibilità, valorizzando il turismo culturale anche come risorsa economica”.
La giunta albenganese ha deciso di mettersi a disposizione per sostenere il bando del Consiglio dell’ Unione Europea , rispondendo all’iniziativa dell’ Università di Torino, in collaborazione con il Miur (Ministero dell’ Istruzione dell’ Università e della Ricerca).
CLAUDIO ALMANZI