Diffamazione. E’ l’ipotesi di reato con cui la procura della Spezia ha depositato, nei giorni scorsi, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di Vittorio Sgarbi. Il cosiddetto “Acip” è stato depositato alla cancelleria del gip e inviato alle parti.
Parte offesa risulta anche l’ex sindaco del Pd Massimo Federici, che secondo gli inquirenti sarebbe stato diffamato dopo avere consentito l’installazione dei discutibili archetti di Daniel Buren in piazza Verdi: “Un demente” e altri epiteti.
Addirittura, su YouTube, il politico-critico d’arte aveva lanciato ulteriori accuse e pesanti critiche che in sintesi si possono riassumere così: “La mafia è davanti a voi spezzini”.
L’ex sindaco aveva quindi replicato: “Potevo querelare Sgarbi in diverse occasioni, ma ora sono stato costretto per tutelare il buon nome della giunta e quello della Città”.
Oggi l’edizione spezzina del quotidiano Il Secolo XIX ha raccontato la reazione di Vittorio Sgarbi rispetto alla mossa dei pm, riportando: “Userò come carta igienica la richiesta di rinvio a giudizio emessa nei miei confronti…Forse i magistrati, invece che indagare su di me, avrebbero fatto meglio a evitare che venisse realizzato alla Spezia uno scempio come quello in piazza Verdi”.
Altro che ritrattazione. D’altronde, Sgarbi è sempre Sgarbi. Mica una “capra”.