Pochi giorni ancora per la mostra di Adelaide Ristori, fino a lunedì a Palazzo Lomellino. “I costumi di Adelaide Ristori. Teatro e alta moda”
Pochi giorni ancora per la mostra di Adelaide Ristori sotto la regia del Museo Biblioteca dell’Attore.
Numerosi i visitatori e grande apprezzamento per l’allestimento suggestivo e coinvolgente, che presenta dodici incredibili abiti di scena, accanto a materiali d’epoca, locandine, fotografie, lettere.
La mostra, a cura di Livia Cavaglieri, Danila Parodi, Gian Domenico Ricaldone e coordinata da Paola Lunardini, ha previsto diversi momenti di incontro e approfondimento, come le Conversazioni su diversi aspetti della vita e dell’opera di questa straordinaria attrice.
L’ultimo appuntamento è per venerdì 20 gennaio, alle ore 17, con la Conversazione sul tema “Le tournées internazionali e l’amicizia con Don Pedro II, imperatore del Brasile”, in cui dialogheranno Alessandra Vannucci, autrice del libro appena uscito “Di lei attaccatissimo D. Pedro. Epistolario tra Adelaide Ristori e l’ultimo imperatore del Brasile”, e la curatrice Livia Cavaglieri.
Si accede alla Conversazione e visita con il biglietto della mostra.
Ultimi giorni per visitare la mostra di Adelaide Ristori
-> Orari di apertura:
Dal martedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 18:00
Sabato e domenica e festivi: dalle ore 10:00 alle ore 18:00
Biglietti intero € 8, ridotto € 6
La mostra è visitabile fino al 22 gennaio 2023.
Adelaide Ristori
Fu la prima attrice italiana a occuparsi con attenzione e precisione dei propri costumi, progettandoli essa stessa oppure affidandone la realizzazione a celebri sarti, non solo teatrali. L’attrice impose l’uso di servirsi di costumi ideati ex novo per ogni spettacolo, in un’epoca in cui era d’uso riutilizzare gli stessi costumi, con minimi adattamenti, per spettacoli diversi.
Contribuì al successo del suo stile la scelta di affidarsi a Charles Frederick Worth, primo stilista ad introdurre le strategie del futuro fashion system, facendo sfilare i modelli in anticipo rispetto alla stagione avvalendosi di indossatrici e firmando gli abiti, apponendo un’etichetta con la sua griffe.
Tra gli altri, Adelaide Ristori si avvalse anche di Delphine Baron, figurinista del Teatro dell’Opéra di Parigi e stilista per Maison Moreau, e del pittore romantico Ary Scheffer.
Adelaide Ristori fu dunque pioniera nel saldare il mondo del teatro con la nascita dell’haute couture, sistema economico e creativo incentrato sulla riproducibilità dei modelli di sartoria d’alta qualità.
Di più
La mostra fa parte di un ampio calendario di eventi e iniziative nell’ambito del progetto “Adelaide: 200 anni sulla scena”, che comprende lo spettacolo teatrale Lady Macbeth.
Suite per Adelaide Ristori (con Elisabetta Pozzi, regia di Davide Livermore e drammaturgia di Andrea Porcheddu, produzione Teatro Nazionale di Genova) e il convegno internazionale Adelaide Ristori e il Grande Attore, a cura delle Università di Genova e Milano-Statale.
La ricorrenza è stata inserita dall’UNESCO nel suo prestigioso programma “Anniversari 2022- 2023”.
Motore del progetto è il Museo Biblioteca dell’Attore (MBA), che conserva il Fondo Adelaide Ristori, oggetto di un recente riordino promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria.
Al suo fianco il Comune di Genova, il Teatro Nazionale di Genova e il Dipartimento di italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo (DIRAAS) dell’Università di Genova, partner d’eccezione per un’iniziativa che vuole accendere i riflettori sulle diverse anime di Adelaide Ristori: non solo grande attrice, ma anche ambasciatrice dell’idea risorgimentale ed esempio di imprenditrice, viaggiatrice, icona di stile.
La mostra è realizzata con la collaborazione dell’Associazione Palazzo Lomellino, con il contributo di Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Esselunga – sponsor istituzionale del Comune di Genova, Fondazione CARIGE. Si ringraziano la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e l’Associazione per la Commissione Nazionale UNESCO – Italia Onlus per il contributo offerto a sostegno dell’iniziativa.
La sede
Sede dell’esposizione è la dimora edificata tra il 1559 e il 1565 per Nicolosio Lomellino, esponente di spicco dell’aristocrazia, da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco e da Bernardino Cantone.
Di particolare interesse è la decorazione a stucco cinquecentesca che modula e arricchisce la facciata e la sequenza di atrio, cortile e ninfeo, quest’ultimo progettato nel ‘700 da Domenico Parodi.
Nelle sale adibite alla mostra sono visibili gli affreschi di Bernardo Strozzi, realizzati tra il 1623 e il 1624 per il successivo proprietario del palazzo, Luigi Centurione, scoperti solo una ventina di anni fa.
Palazzo Nicolosio Lomellino è inserito nel sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova.