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Polizia Locale, i sindacati contro l’esternalizzazione dei servizi

Polizia Locale, i sindacati contro l’esternalizzazione dei servizi
Un agente della Polizia Locale

Riceviamo e pubblichiamo nota dei sindacati della Polizia Locale di Genova DiCCAp, C.S.E. FLPL e S.U.L.P.L. che si oppongono all’esternalizzazione di alcuni servizi svolti dal Corpo.

In “riferimento agli articoli di stampa, relativi all’esternalizzazione di alcuni servizi attualmente svolti dal personale della Polizia Locale – si legge in una nota inviata dai sindacati al Comune di Genova –  si esprime forte preoccupazione in merito alle implicazioni negative che tale scelta potrebbe comportare, basandosi sulle evidenze riscontrate in diversi documenti e studi sull’esternalizzazione nella pubblica amministrazione.

Questa proposta, qualora trovasse seguito, è sicuramente inaccettabile sindacalmente e presenta elementi di criticità e incoerenza.

In primo luogo, si sottolinea come l’esternalizzazione, pur potendo generare risparmi economici di breve termine, comporti una serie di rischi e criticità per i lavoratori coinvolti”. 

Le fonti evidenziano come tale pratica possa condurre a:

  • Minore protezione sociale ed economica, con una riduzione delle tutele e delle garanzie per i lavoratori rispetto ai dipendenti diretti dell’ente.
  • Una “mercificazione della forza lavoro”, dove il lavoro è trattato come una semplice merce, con ripercussioni negative sulla dignità professionale e personale. 
  • Un indebolimento del valore del lavoro, con una conseguente diminuzione dei redditi dei lavoratori coinvolti.

“Nello specifico – si legge ancora – la proposta di esternalizzare il presidio notturno di Palazzo Tursi, la gestione dell’Ufficio Oggetti Rinvenuti e le attività del Mercato Ittico, seppur mirata a una più efficiente allocazione delle risorse interne, solleva serie perplessità. 

Riteniamo che l’esternalizzazione dei servizi proposti sia una scelta miope e dannosa. Le esperienze passate dimostrano che questa pratica porta spesso a una precarizzazione del lavoro, a una riduzione della qualità del servizio e a un aumento dei costi a lungo termine. Invitiamo l’Amministrazione a valutare attentamente le alternative, come l’ottimizzazione delle risorse interne, la formazione del personale e l’implementazione di nuove tecnologie, che potrebbero garantire risultati migliori a costi inferiori.

Inoltre, si evidenzia che l’esternalizzazione può portare ad una difficoltà di integrazione del personale esterno, con possibili ripercussioni sulla coesione del team e sulla qualità del servizio offerto.

L’esperienza passata dimostra che spesso le aziende esterne, pur specializzate nel loro campo, possono avere difficoltà a comprendere e condividere i valori e la “cultura” specifici del servizio pubblico.

È importante sottolineare che l’esternalizzazione non deve essere vista come una soluzione automatica ai problemi di gestione delle risorse umane, bensì come una scelta strategica da valutare attentamente in base ai suoi pro e contro, tenendo sempre al centro il benessere dei lavoratori e la qualità del servizio erogato. 

Le fonti ribadiscono che l’esternalizzazione deve portare ad economie di gestione e non a una duplicazione dei costi di personale come avverrebbe in questi casi (Corte dei Conti.

Si richiama inoltre l’attenzione sul fatto che, in caso di inadempimento da parte dell’azienda esterna, l’ente pubblico potrebbe essere chiamato a rispondere in via sussidiaria per i debiti lavorativi non pagati. 

Tale responsabilità, pur non essendo automatica, impone un’attenta fiscalizzazione dei contratti e un monitoraggio costante delle attività dei fornitori”.

“Si invita pertanto a una revisione critica del piano di esternalizzazione, tenendo conto delle potenziali implicazioni negative sopra descritte, e a valutare soluzioni alternative che possano garantire una gestione più efficiente delle risorse umane, senza sacrificare i diritti dei lavoratori e la qualità del servizio pubblico.

Si chiede inoltre di valutare con la massima trasparenza e partecipazione tutte le parti interessate, anche le organizzazioni sindacali, e di considerare che ogni esternalizzazione dovrebbe sempre essere preceduta da un’attenta valutazione dei rischi.

In ultimo, ma non meno importante, si ritiene doveroso ricordare che l’esternalizzazione del presidio notturno di Palazzo Tursi era già stato oggetto di confronto e approfondimento con le passate amministrazioni. 

Il risultato dell’analisi costi/benefici nonché dell’importanza strategica per l’Ente, ha portato, non solo a scartare questa ipotesi, ma a considerare tale servizio essenziale. Questa scelta, negli ultimi anni, ha precluso ad alcuni Lavoratori trici di esercitare il proprio diritto allo sciopero e oggi, questa proposta, sembra decisamente inappropriata”. Conclude la nota.

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