Roberto Vieri detto Bob, nato a Prato nel ’46 e babbo di Christian (ma per tutti Bobo) e di Massimiliano, è stato un talento in gran parte inespresso, anche per una certa “predisposizione” alla vita notturna.
Io lo ricordo nella prima Samp che ho seguito nella mia vita, quella del campionato trionfale di serie B nell’anno 66-67.
L’allenatore Fulvio Bernardini detto Fuffo, grande amante del calcio spettacolo, anche nel successivo campionato di A schiererà una squadra fortemente sbilanciata in avanti: tre punte pure, cioè Giancarlo Salvi (che poi nel Vicenza di Fabbri si trasformerà in centrocampista), Ermanno Cristin e Fulvio Francesconi, e due mezzali dai piedi buoni, per usare un’espressione coniata proprio da Bernardini, vale a dire Mario Frustalupi, poi regista della Lazio scudettata di Maestrelli e deceduto in un tragico incidente in autostrada nell’alessandrino alla vigilia della Pasqua del ’90 mentre raggiungeva la famiglia a Cervinia (il figlio Nicolò, allora quattordicenne, oggi è allenatore del Napoli under 19, dopo essere stato per tanti anni il secondo di Mazzarri) e, appunto, Bob Vieri.
Nato come detto a Prato, Vieri dimostra subito una classe innata nelle giovanili della Fiorentina, e dopo una parentesi nella squadra della sua città, approda alla Samp nel ’66, per rimanerci sino al ’69, con 84 presenze complessive condite da 16 gol.
Al di là delle sue giocate deliziose, io lo ricordo per un episodio che mi è rimasto impresso: il 28 aprile del ’68 a Marassi, per la ventottesima e terzultima giornata del campionato, arriva il Vicenza e, dopo appena 8 minuti di gioco, Vieri si strappa. L’infortunio muscolare è cosi serio che non è possibile neppure spostarlo, come si faceva all’epoca, all’ala, per cui la Samp deve giocare per 82 minuti in dieci perchè allora, come si ricorderà, era possibile operare solo la sostituzione del portiere ma non dei giocatori di movimento.
Eppure la Samp quella gara riesce a vincerla per 1-0, naturalmente con una gara di grande sofferenza dopo il rigore messo a segno da Frustalupi, con parate super di Battara ed un salvataggio sulla linea del compianto Guidone Vincenzi su un tiro a botta sicura di Gori che aveva scartato pure Battara.
Negli anni blucerchiati Vieri spesso fa le ore piccole, tanto è vero che più volte Bernardini, che per lui ha un debole, quando lo vede arrivare al campo di allenamento dopo notti insonni o quasi, lo rispedisce a casa. “Vatti a riposare, dai” gli dice il dottor Fuffo.
Nel ’69 Vieri passa alla Juve, che spedisce a Genova Romeo Benetti, uno scambio che di certo non si rivelerà sfortunato per la Samp.
Dopo le stagioni bianconere, Vieri passa alla Roma e poi al Bologna. Dopo un prima parentesi all’estero, a Toronto, riapproda per due anni in Italia, ancora al Bologna, per poi tornare nel mondo anglosassone, questa volta in Australia, per giocare con i Marconi Stallions, dove concluderà la carriera nel 1982 (tranne un breve ritorno al Prato).
Proprio in Australia muoverà i primi timidi passi da calciatore il figlio Bobo, ma questa è un’altra storia…
MARCO MARCHEGIANO
(Giornalista)