Quando gli eroi vestono abiti di persone comuni: i Vigili del Fuoco di Savona, come hanno operato nei soccorsi e con chi hanno collaborato, durante la tragedia del crollo del Ponte
“Durante la mattinata della tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, dalla sala operativa della caserma dei vigili del fuoco di Savona, sono partite 6 squadre nell’arco di 6 minuti” comincia così Davide Leoncini, vigile del fuoco di Savona, uno dei responsabili del Centro Documentazione Video (CDV).
“La prima a recarsi sul luogo della tragedia, perchè più vicina al disastro, è stata la squadra 8A del Distaccamento di Varazze, alle ore 11.55.
In seguito, 5′ dopo, è uscita la squadra 1A della Centrale di Savona, con 5 unità, dopo altri 5′ la squadra 3R con l’Autogru, con 2 unità, alle 12.01 è uscito 1F, il Funzionario di servizio, con 2 unità, poi il 2R con Autoscala con altre 2 unità, sul posto c’era già il Nucleo Cinofili Liguria, composto da 3 unità con 3 cani, poi il carro UCL, Posto di Comando Avanzato, un mezzo studiato appositamente per la gestione degli interventi di maggiore entità e la collaborazione con gli altri enti.
Proprio il carro CDV della Liguria con il carro CDV della Toscana per la documentazione video di tutte le operazioni di Soccorso e la Comuicazione in Emergenza.
Nel frattempo altre 3 squadre GOS, il Gruppo Operativo Speciale, con 2 unità ciascuna e mezzi per il “movimento terra”: mini escavatore, ruspa e il Bob Cat, infine il Carro Logistico, con altre 2 unità, per il personale sul posto, con le “razioni kappa”, per alimentarsi ed il supporto logistico, per i soccorritori che lavorano in situazioni critiche come queste.
Ad oggi, nella tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, hanno lavorato 45 squadre, 36 automezzi, 102 vigili del fuoco e 5 funzionari solo appartenenti al Comando di Savona, più altrettanti provenienti dal Comando di Genova.
Il nucleo SAPR, Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, hanno eseguito con i droni in dotazione, sia voli di ricognizione, sia voli di soccorso, con l’ausilio della camera termica, permettendo anche la visione notturna durante tutto l’arco di tempo delle Operazioni di Soccorso.
E’ stato anche impiegato il Nucleo SAF, Nucleo Speleo Alpino Fluviale, che interviene nelle zone impervie da raggiungere.Ancora oggi, nel luogo del disastro, partono da Savona 15 persone che si danno il cambio sul posto, mentre nella Sala Operativa restano 3 unità”.
Il racconto di Davide continua, sempre più nel dettagli, spiegando le varie fasi del soccorso dei superstiti: “La squadra 1A di Savona con l’aiuto di un drone e con i vigili del fuoco di Genova Bolzaneto, precisamente una squadra SAF, operando in sintonia con il Nucleo USAR, sono stati quelli che hanno estratto i due fidanzati superstiti, dopo pochissime ore dal crollo, che erano rimasti incastrati con la loro macchina 3 metri sotto i blocchi di cemento.
Questi superstiti sono stati, uno alla volta, dapprima spinalizzati, grazie all’aiuto e alla professionalità di un medico ed un infermiere del 118 che erano presenti sulle macerie, feriti estratti immobilizzato poi sulla barella spinale, poi, posizionati, sempre singolarmente, su una barella Taboga in dotazione al CNVVF, successivamente la manovra di calata SAF, con doppia corda, grazie all’ausilio dell autoscala che ha permesso lo spostamento dei feriti dalle macerie alla zona sottostante, riuscendo a trasportare un ferito alla volta.
In seguito, sempre uno per volta, i vigili del fuoco sono riusciti a spostare in sicurezza entrambi, sul letto del fiume, e con l’Elisoccorso VVF Drago sono stati trasportati in ospedale.
Il Nucleo SAF di Genova ha recuperato un altro superstite: un ragazzo che viaggiava con un furgone, che era rimasto in bilico a 30 metri.
Purtroppo la persona che era con lui è deceduta, ma grazie alla professionalità di un vigile del fuoco del Nucleo, si è riusciti a portare in salvo il ragazzo superstite.
Il vigile del fuoco, infatti, si è calato nel vuoto, imbragando il ragazzo ferito e, dopo la messa in sicurezza, c’è stata la discesa a terra.
In seguito, il superstite è stato soccorso dai sanitari e da altri vigili del fuoco, per le prime cure”.
Leoncini prosegue sempre dettagliatamente il suo resoconto: “Sotto le macerie opera il Nucleo USAR, l’Urban Search And Research, che opera in prima battuta, tramite l’utilizzo in dotazione del reparto di strumenti ad alta tecnologia, tra cui le camere tecniche, le cesoie elettriche, i divaricatori elettrici e le telecamere a filo, che consentono l’esplorazione sotto le macerie metro per metro.
In questo Nucleo, devono operare professionisti altamente qualificati nel soccorso, perchè il rischio di finire loro stessi sotto le macerie è molto alto e bisogna esserne consapevoli.
Durante i vari soccorsi fatti, inoltre, è stato fondamentale il ruolo dei vari elisoccorso VVF Nucleo Elicotteri di Genova, non solo per i voli di carattere di ricognizione, ma anche per i voli di carattere sanitario, per le persone estratte vive da sotto le macerie ed in seguito ricoverate in gravi condizioni nei vari ospedali”.
“Ci tengo a precisare – prosegue Davide – che i vigili del fuoco hanno sempre lavorato 24 ore su 24, per far sì che si potessero estrarre, nel più breve tempo possibile, tutti i superstiti.
Inoltre, gli stessi, hanno sempre lavorato in completa sicurezza, grazie al continuo ricambio di personale, proveniente da tutto il nord ed il centro Italia.
Per esempio, il Nucleo USAR proveniva da Torino e da Milano. Quando è arrivata la chiamata del 14 agosto, alcune squadre erano già pronte, quelle del turno A mentre altre persone, che erano in ferie, quelle del turno B, A e C sono rientrate in sede nel giro di 20 minuti, pronti a partire. In questo caso, siamo rientrati dopo 3 giorni”.
Leoncini ritorna con il suo racconto a quei giorni: “Nel crollo del Ponte, è stato coinvolto anche un nostro collega, Davide Capello che, fortunatamente, è precipitato sulla parte alta delle macerie, non rimanendo schiacciato.
Ha chiamato subito la nostra centrale di Savona, dicendo che avrebbe aiutato sul posto nonostante fosse rimasto in stato di shock, fino all’arrivo dei colleghi.
Sul Posto avevamo due elicotteri Drago provenienti dal Nucleo Elicotteri Genova.
Inoltre, il Nucleo SAPR ha sempre continuato a fare dei voli di ricognizione ed ispezione delle due parti del ponte che risultavano pericolanti.
L’ausilio di questi droni ci ha permesso di non rischiare personalmente sul posto del Personale.
Inoltre, l’APR, l’Aeromobile Pilotaggio Remoto, ci ha consentito di visionare parti del ponte che potevano risultare pericolosi”.
“Volevo spiegare brevemente l’intervento delle unità cinofile durante queste tragedie – prosegue Leoncini – “avere la fortuna e l’opportunità di collaborare con queste unità è fondamentale, perchè il cane fiuta possibili ‘coni d’odore’ questo il termine tecnico, di possibili dispersi.
Se l’eroe a quattro zampe abbaia, allora si scava, tramite il Nucleo USAR ed, in alcuni casi, il Nucleo GOS.
Un’altra cosa che tengo davvero con il cuore a precisare è stata la presenza sempre costante del Comandante dei Vigili del Fuoco di Savona, Vincenzo Bennardo, come di tutti gli altri Funzionari provenienti dal Comando di Genova che ci hanno dato il loro costante supporto”.
Alla domanda “Quali sono le sensazioni che hai provato durante i soccorsi in questa tragedia?”, Davide Leoncini mi risponde così: “Quando sono arrivato sul posto, la scena era apocalittica, non mi era mai capitato di documentare una scena del genere prima d’ora.
Ho visto molti miei colleghi provare molte sensazioni, i loro visi parlavano.
Sul volto avevano sensazioni di sconforto, di gioia, quando venivano ritrovati dei superstiti e di disperazione per le vittime che non erano riusciti a salvare.
Sono sensazioni che non si dimenticheranno mai…
Il lavoro del vigile del fuoco è un lavoro encomiabile, bisogna riuscire a mantenere la lucidità nelle situazioni più critiche. Chi fa questo lavoro deve avere un alto senso del dovere. Questo è proprio ciò che caratterizza un vigile del fuoco: essere sempre pronti in ogni occasione.
Si deve essere sempre soddisfatti, anche nel caso in cui si debbano estrarre i corpi delle vittime, nei momenti più duri, anche quelli di bambini, perchè gli stessi corpi saranno restituiti alle loro famiglie che li attendono disperatamente, per dar loro una degna sepoltura.
Siamo sempre stati lucidi e quando recuperavamo un corpo, tutti i vigili del fuoco partecipavano”.
“Ma allora siete degli eroi!”, dico io, ma Leoncini, ribatte, molto umilmente: “Il nostro è il lavoro più bello del mondo, dovessi rinascere, rifarei questo mestiere. Non mi ritengo un eroe; sono semplicemente una persona che ama aiutare gli altri, amo il mio lavoro e la divisa che porto.
Non c’è soddisfazione più bella che ricevere un “grazie” da qualcuno per averlo aiutato in un momento di difficoltà”.
Non c’è molto altro da dire se non “Grazie Davide e grazie a tutti i Vigili del Fuoco, per le persone che siete e per ciò che fate!”
Laura Candelo