A fine 2020 gli stranieri con regolare permesso in Liguria risultano 107.549 (-6,1% rispetto al 2019), di cui 68.961 lungo soggiornanti (-2,7%) e 38.588 titolari di permesso di soggiorno a termine (-11,7%).
Sono stati 3.172 i nuovi permessi rilasciati lo scorso anno, in calo di un terzo rispetto al 2019: solo 85 persone (2,7%) lo hanno ottenuto per motivi di lavoro, di cui 32 stagionali; calano quelli per protezione internazionale, dal 21,1% al 17,%; restano stabili quelli per motivi familiari (61,6%), mentre si attestano al 2,7% quelli per motivi di lavoro.
Nel complesso, alla fine dello scorso anno la popolazione straniera residente in Liguria risulta di 140.478 persone (+0,7% su base annuale), con un’incidenza pari al 9,3% sul totale della popolazione e in calo di tre decimi.
Il saldo positivo di 969 stranieri in più è stato determinato dalla differenza tra le nuove iscrizioni anagrafiche (12.906) e le cancellazioni (11.937): queste ultime, però, in 3.707 casi hanno riguardato l’acquisizione di cittadinanza italiana e quindi non costituiscono, di fatto, una perdita di popolazione.
E’ quanto emerge dal dossier statistico sull’immigrazione, presentato ieri a Genova dal Centro studi Medì.
“Abbiamo registrato un rallentamento delle presenze, a causa dell’impatto della pandemia – ha spiegato Deborah Erminio, redattrice del dossier – l’emergenza coronavirus ha acuito le condizioni di fragilità della popolazione straniera. Basti pensare al mercato del lavoro, con molti lavori solitamente svolti da cittadini stranieri che sono meno garantiti dagli ammortizzatori sociali”.
In controtendenza, invece, il dato dei soldi inviati in patria, che ha tenuto nonostante la pandemia: “Questo però potrebbe essere dovuto al fatto che una serie di ‘rimesse’ che venivano portate fisicamente in patria, hanno seguito canali diversi, formali e tracciati, proprio a seguito della diminuzione dei viaggi nel periodo pandemico. Inoltre, gli immigrati che sono da più anni in Liguria hanno speso parte del capitale accumulato per continuare ad aiutare le famiglie in patria, che si sono trovate in situazioni ancora più gravi delle nostre a causa della pandemia”.
Dal dossier risulta anche che uno su quattro degli 11.000 occupati che la Liguria ha perso nel corso 2020, principalmente a causa della pandemia, è un lavoratore straniero: quasi il 25% a fronte di un’incidenza percentuale degli stranieri sul totale degli occupati del 10,6%.
In altri termini, lo scorso anno, i lavoratori stranieri nella nostra regione sono calati del 3,8%, a fronte di una diminuzione complessiva dell’1,7%.
“Di conseguenza – ha sottolineato Erminio – molte persone non sono state in grado di rinnovare il permesso di soggiorno. I nuovi ingressi in Liguria per motivi di lavoro sono praticamente ridotti all’osso e quasi la metà dei permessi per motivi di studio”.
Sono stati 3.172 i nuovi permessi rilasciati lo scorso anno, in calo di un terzo rispetto al 2019: solo 85 persone (2,7%) lo hanno ottenuto per motivi di lavoro, di cui 32 stagionali; calano quelli per protezione internazionale, dal 21,1% al 17,%; restano stabili quelli per motivi familiari (61,6%), mentre si attestano al 2,7% quelli per motivi di lavoro.
Nel complesso, alla fine dello scorso anno la popolazione straniera residente in Liguria ammonta a 140.478 persone (+0,7% su base annuale), con un’incidenza pari al 9,3% sul totale della popolazione e in calo di tre decimi.
Il saldo positivo di 969 stranieri in più è stato determinato dalla differenza tra le nuove iscrizioni anagrafiche (12.906) e le cancellazioni (11.937): queste ultime, però, in 3.707 casi hanno riguardato l’acquisizione di cittadinanza italiana e quindi non costituiscono, di fatto, una perdita di popolazione.