Manolo Portanova, condannato in primo grado per una presunta violenza sessuale di gruppo e in attesa del processo d’appello, risponde con un lungo commento su Instagram alla lettera della giovane amica che lo ha accusato e che avrebbe raccontato una storia simile a quella raccontata in un altro caso.
Portanova e il presunto stupro: sento e leggo una storia che non conosco
“Questa mattina ho avuto modo di leggere per mezzo stampa una lettera firmata dalla controparte, non c’è nulla di male nell’ammettere ‘di aver copiato il dolore’, non c’è nulla di male nel non dirlo.
Ammesso e concesso che il dolore di una persona possa essere similare a quello di un’altra tanto da ‘prenderne in prestito’ le parole ai fini di una deposizione, non riesco a comprendere il motivo per cui non si è mai fatto cenno alla vicenda della ragazza americana fin quando il mio legale, attraverso un lavoro scrupoloso e attento, ha smascherato questa abile opera di copiatura”.
“Ciò detto – prosegue il 22enne calciatore – mi sorgono dei dubbi anche legittimi; se non si fosse effettuato un lavoro cosi accurato si sarebbe mai pervenuti ad associare la versione con quella della reale vittima americana?”
“Hanno usato tanti nomi per tutelarti – conclude Portanova – ma le tue storie sui social son sembrate subito esplicite, non per il like, non per le condivisioni, semplicemente perché in un momento come questo la tua priorità è stata quella di farti dei selfie inquadrando il bracciale dell’ospedale e associandolo ai giornali che scrivevano il mio nome. È tutto normale, chiunque avesse voluto evitare la mediaticità si sarebbe comportato esattamente così.”
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