Nel corso delle ultime settimane i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Genova, nell’ambito dell’azione di contrasto ai traffici illeciti transfrontalieri di rifiuti, hanno intensificato i controlli nell’area portuale di Genova in stretta collaborazione con l’Agenzia delle Dogane.
I controlli svolti nell’area portuale hanno permesso di denunciare, per il reato di traffico illecito di rifiuti, 7 persone di origine marocchina che si accingevano ad imbarcarsi su navi dirette a Tangeri a bordo di automezzi pieni di rifiuti senza disporre delle necessarie documentazioni ed autorizzazioni.
Il materiale trovato, per un peso indicativo di circa 20 quintali, è costituito da parti meccaniche di autovetture, materiale ferroso in genere e apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). I mezzi e i rifiuti sono stati sequestrati.
Inoltre, nel corso del 2018, i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Genova hanno prevalentemente svolto un’assidua azione di controllo delle società operanti nel settore della gestione dei rifiuti (ossia le ditte che si occupano di raccolta, trasporto, recupero o smaltimento di rifiuti) effettuando puntuali attività ispettive, anche coinvolgendo altri enti, ed analizzando i dati inerenti la movimentazione dei loro rifiuti.
Da inizio anno, in tutta la Regione sono state ispezionate 163 società, di cui 106 di gestione rifiuti (43 in Provincia di Genova, 21 in Provincia di Savona, 20 in provincia di Spezia, 22 in Provincia di Imperia), rilevando 37 violazioni di cui 12 amministrative, che hanno dato luogo a sanzioni per un totale di 45.000 euro circa, e 25 penali con contestuale attivazione della procedura per l’eventuale estinzione del reato mediante la procedura delle prescrizioni.
Complessivamente sono state denunciate in stato di libertà 39 persone e sequestrati beni e denari per un valore indicativo di 3.500.000 euro.
L’aspetto amministrativo maggiormente contestato riguarda la tenuta incompleta del registro di carico e scarico dei rifiuti. Le violazioni penali riguardano, invece, il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dalle autorizzazioni, come la presenza di un eccessivo quantitativo di rifiuti, l’assenza della prevista cartellonistica per delimitare aree particolari, l’assenza o il malfunzionamento degli impianti di bagnatura in caso di siti che trattano materiali polverosi, l’inosservanza del cosiddetto layout aziendale.