Trenta persone sono state denunciate a Genova per traffico transfrontaliero di rifiuti pericolosi, truffa, falsificazione di documenti e ricettazione di motoveicoli rubati.
Le indagini dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono scattate a seguito dell’ispezione, nel marzo 2020, di un container diretto in un Paese dell’Africa occidentale.
Dietro alcune tonnellate di tubi metallici erano nascosti una dozzina di motocicli non dichiarati, circa 200 motori correlati a motoveicoli in gran parte rubati e poi fatti a pezzi, moduli fotovoltaici dismessi (risultati ancora formalmente in funzione e ammessi agli incentivi) e oltre una tonnellata di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché decine di parti di veicoli non sottoposti a bonifica o revisione, in quanto falsamente dichiarati come normali pezzi di ricambio.
Con alcune metodiche forensi di rielaborazione digitale delle immagini, sono anche stati recuperati i dati di molti numeri di telaio in precedenza abrasi.
Nel corso dell’anno è stato definito, in sinergia con la squadra di polizia giudiziaria della Polizia Stradale della Liguria, il quadro complessivo dell’attività di furto, smantellamento dei motoveicoli e spedizione illecita di rifiuti speciali che ha visto coinvolti privati cittadini stranieri e italiani e una decina di ditte di rottamazione di veicoli.
Tra i motoveicoli bloccati, si è accertata la tentata spedizione anche di scooter già in precedenza sequestrati o sottoposti a fermo amministrativo, oppure radiati per la sola esportazione in ambito Ue.
Inoltre, è stata accertata la presenza di materiali inquinanti o combustibili tra la merce della tentata spedizione in Africa.
Il porto di Genova, e in particolare il terminal container di Pra’, si conferma come scalo interessato dal rischio di traffici illeciti di rifiuti e veicoli rubati verso vari Paesi africani, come Ghana, Egitto, Senegal e Burkina Faso.