La rabbia dei sindacati: Una vergogna di Stato
Quella che si starebbe prefigurando per le centinaia di lavoratori somministrati da Adecco in Poste Italiane, è una vera tragedia.
La denuncia arriva da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp che, senza mezzi termini, parlano di “vergogna di Stato”.
“Nonostante gli impegni assunti dalla politica – sottolineano i sindacati – oggi veniamo a sapere che Poste Italiane, una azienda controllata da capitale di Stato, ha deciso di mandare a casa il prossimo 31 dicembre i suoi dipendenti in somministrazione che hanno mostrato da sempre professionalità, dedizione e responsabilità nei confronti dell’azienda, soprattutto nella fase più acuta della pandemia e durante tutto lo stato di emergenza”.
“Poste Italiane (probabilmente con l’avallo del Mise che ha seguito la vertenza sin dall’inizio) – scrivono ancora i sindacati – decide di interrompere le missioni di questi lavoratori che pur di mantenere il proprio posto di lavoro hanno accettato anche di demansionarsi nei mesi scorsi con grave detrimento del proprio salario. Ciò avviene proprio mentre Poste Italiane si accinge ad avviare probabilmente una nuova fase di reclutamento”.
I sindacati si aspettano il peggio “anche che l’azienda arrivi ad esternalizzare l’intero servizio di trasporto sulla media e lunga percorrenza a cooperative o piccole società che non spiccano certo per efficienza e per regolarità nelle assunzioni, retributiva e men che meno relativa alla sicurezza sul lavoro nell’espletamento del servizio, come abbiamo già avuto prova di verificare”.
Nei giorni scorsi si è svolta un’assemblea davanti alla sede di Poste italiane a Roma che ha deliberato come la vertenza continuerà attraverso iniziative territoriali che porteranno “ad una grande manifestazione nazionale con il supporto di Cgil, Cisl e Uil davanti al Mise che si terrà nel mese di gennaio volta a coinvolgere anche i rappresentanti parlamentari e istituzionali”.