Riceviamo dall’Avvocato Federico Penco e pubblichiamo la sua rettifica, ricordando che, come richiesto dalla Dott.ssa Simona Tarzia, il 21 dicembre 2023 avevamo già pubblicato la prima replica della giornalista genovese.
Ribadiamo, ancora una volta, che nel nostro articolo del 12 dicembre 2023 intitolato Gruppo Cronisti Liguri premia una ‘bufala’ come notizia dell’anno, che non ha alcun contenuto lesivo della reputazione di chicchessia non avendo mai avuto alcun asserito intento diffamatorio nei confronti della giornalista genovese o di altri, non abbiamo infatti mai citato la collega che ora tramite il suo avvocato ci ha chiesto di pubblicare la sua seconda replica, né la testata giornalistica per cui lavora.
Il nostro intento é stato semplicemente quello di raccontare correttamente i fatti, come peraltro hanno raccontato altri colleghi giornalisti.
Tanto è vero che pure stavolta non viene smentito il fatto, né la sostanza della quantomeno curiosa vicenda, ossia che a un anno di distanza dalla pubblicazione il Gruppo Cronisti Liguri ha premiato una notizia che poi, quasi subito, si è rivelata non vera, come tempestivamente confermato dagli inquirenti e ormai riconosciuto da tutti.
E come peraltro riconosce lo stesso Avvocato Federico Penco: “…il premio veniva in effetti attribuito dal GCL… nella assoluta consapevolezza (del premiante e dei premiati) della mancata conferma della veridicità della notizia…”.
“Genova, lì 23/02/2024 alla Spett.le Direzione di www.LiguriaNotizie.it. Spett.le Direttore, formulo la presente in nome e per conto della Dott.ssa Simona Tarzia, autrice del pezzo di cui LiguriaNotizie.it ha scritto in occasione della consegna del premio annuale conferito dal Consiglio Direttivo del Gruppo Cronisti Liguri in data 20/12/2023 (https://www.ligurianotizie.it/gruppo-cronisti-liguri-premia-una- bufala-come-notizia-dellanno/2023/12/12/561463/).
Più precisamente mi riferisco all’articolo pubblicato dalla Vs. testata online in data 12 dicembre 2023, riportante il titolo ‘Gruppo Cronisti Liguri premia una bufala come notizia dell’anno’, in relazione al quale la mia assistita ha già personalmente presentato richiesta di formale rettifica, seguita in data 21 dicembre dalla pubblicazione integrale della sua email (ligurianotizie.it/notizia- dellanno-giornalista-premiata-la-mia-non-era-una-bufala/2023/12/21/562165/ ).
Il testo originale dell’articolo testualmente recita: ‘Nei giorni scorsi il consiglio direttivo del Gruppo Cronisti Liguri ha conferito i premi dell’anno ai giornalisti che si sono distinti per il loro lavoro. Uno di questi premi è andato a una giornalista genovese di un quotidiano online, anche perché ‘ha svelato per prima come, sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, tra i camion precipitati nel crollo del Ponte Morandi ci fosse un mezzo pesante che conteneva un grosso carico di stupefacenti.
In sintesi, la giornalista genovese nel dicembre del 2022 aveva raccontato in un articolo che, secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia e trascritto nei verbali, il 14 agosto 2018 dal Ponte Morandi era volato giù anche un camion di colore giallo con 900 chili di droga (hashish).
Tuttavia, la presunta notizia alcuni giorni dopo era stata smentita sia dagli inquirenti della Magistratura e sia dagli investigatori delle Forze dell’ordine, che evidentemente avevano già verificato la sua infondatezza. E sia da altri bravi colleghi giornalisti che avevano seguito la vicenda spiegando correttamente, nei loro articoli, che non rispondeva al vero.
La presunta notizia, che appariva già di per sé inverosimile, non poteva quindi essere considerato uno scoop. Anzi, era stata bollata come una bufala.
Dai video del tragico crollo, infatti, non risultava alcun camion di colore giallo volato giù dal Ponte Morandi. Inoltre, carabinieri, poliziotti, finanzieri, agenti della Polizia locale, volontari del soccorso, vigili del fuoco e le varie unità cinofile che, immediatamente intervenuti, avevano scandagliato il luogo del disastro con 43 vittime, non avevano mai trovato tracce del mezzo pesante di colore giallo, né tantomeno del presunto grosso carico di stupefacenti.
In realtà, nessun camion di colore giallo con un grosso carico di droga è mai volato giù dal Ponte Morandi e da quel maledetto 14 agosto 2018 in poi non è mai stato trovato e non risulta che ci sia mai stato manco un pezzettino di droga nel Polcevera’.
La semplice lettura del pezzo rende già evidente a chi conosca ed abbia approfondito adeguatamente la vicenda, alcune circostanze che avrebbero meritato opportuna precisazione e approfondimento:
-in primo luogo, il premio veniva in effetti attribuito dal GCL, contrariamente a quello che emerge dal Vs pezzo, nella assoluta consapevolezza (del premiante e dei premiati) della mancata conferma della veridicità della notizia, tanto che nelle motivazioni ufficiali, lette nel corso della cerimonia di consegna dallo stesso GCL, si dice che ‘dopo lo scoop, inseguito da tutti i media locali e nazionali, investigatori sparsi per l’Italia e più di una Procura Italiana si sono messi a cercare quel camion di droga passato su Ponte Morandi nei minuti del crollo, al centro di un’intercettazione finita nelle pieghe di un’indagine di ‘ndrangheta a Reggio Calabria. Non può essere il finale di una vicenda giudiziaria ed in questo caso di accertamenti penali a stabilire la bontà di un servizio giornalistico, quello che conta è aver scavato, messo in luce le tante ombre e contraddizioni di una storia comunque rimasta con più di un interrogativo aperto. Simona Tarzia, insieme a Fabio Palli, sul sito ‘Fivedabliu’ si sono distinti anche con il documentario ‘Terra a perdere’ sulla Sardegna costretta a convivere con le basi militari’;
-nel Vs. pezzo si parla di un (fantomatico) collaboratore di giustizia che avrebbe riferito la circostanza nell’ambito dell’indagine calabrese, ma di ciò non vi é traccia nell’originario articolo della Dott.ssa Tarzia, che invece parla di un’intercettazione telefonica che ha coinvolto un soggetto indagato (e questa rappresenta invece un fatto mai smentito da alcuno), intercettazione contenuta in un’ordinanza di custodia cautelare;
-quanto ai ‘bravi colleghi giornalisti – citati nel Vs. pezzo – che avrebbero seguito la vicenda, spiegando correttamente nei loro articoli che non rispondeva al vero’ corre qui l’obbligo di citarne almeno uno: il Dott. Diego Pistacchi, che nel suo articolo su Il Giornale del 12 dicembre 2023 però tratta la vicenda (e la diretta interessata) in maniera deontologicamente più corretta rispetto a Voi;
In particolare quest’ultimo afferma che: ‘Bella, bellissima la notizia, tanto da valere un premio come miglior cronista dell’anno a chi l’ha riportata per prima. Falsa, falsissima la notizia, tanto da essere definita senza mezzi termini una bufala e archiviata dalla Procura nel giro di due giorni.
E’ quantomeno curioso che nei giorni scorsi il consiglio direttivo del Gruppo Cronisti Liguri abbia assegnato uno dei suoi tre annuali riconoscimenti alla giornalista di un sito internet genovese di giornalismo investigativo.
La cronista, insieme al fotoreporter, ha svelato per prima come, sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, tra i camion precipitati nel crollo del Ponte Morandi ci fosse un mezzo pesante che conteneva un grosso carico di stupefacenti. Notizia che in due giorni ha fatto il giro di agenzie e testate giornalistiche che riprendevano lo scoop del camion giallo inghiottito nel crollo con il suo scottante carico.
Onore al merito della giornalista per aver avuto accesso agli atti dell’inchiesta e aver reso noto questo particolare inedito. Il suo dovere era quello di pubblicare ciò che aveva per le mani.
In quel momento era una notizia, non ancora una bufala, come si sarebbe rivelata appena due giorni dopo, con tanto di smentite da parte degli stessi inquirenti. Smentite ovviamente, come spesso avviene, riportate con molta meno enfasi, quando non in molti casi addirittura omesse. Ma per l’appunto, anche questo non é un problema della brava cronista.
Il dubbio sorge piuttosto sul fatto che, un anno dopo, conoscendo i fatti e la verità da ottimi cronisti al punto di far parte del direttivo del Gruppo Cronisti Liguri, ai giudici sia sfuggita la smentita della notizia, tanto da decidere di assegnare un premio, individuando come motivazione quella di aver rivelato…una bufala.
Con tutti i brillanti spunti che tanti validi colleghi in Liguria offrono quotidianamente, compresa la giornalista premiata, la scelta rischia di svilire lo stesso premio e offrire il fianco a chi ama dileggiare la categoria’.
Al netto di alcune imprecisioni che accomunano il pezzo del Dott. Pistacchi al Vs., pubblicato in pari data, risulta evidente la differenza di trattamento operata nei confronti della collega e a nulla valga la considerazione riportata nella Vs. (presunta) rettifica del 21 dicembre u.s. in merito all’assenza di qualsivoglia intento diffamatorio nei confronti della giornalista genovese.
Basti qui considerare che, sfruttando i soli elementi riportati nel Vs. originario pezzo del 12 dicembre, a chiunque sia del tutto estraneo alla vicenda, basterebbero meno di 60 secondi per rintracciare sul web il nome e cognome dell’autrice del pezzo che ha ottenuto il premio del direttivo del GCL e quindi comprendere che il Vs. pezzo si riferisce evidentemente alla Dott.ssa Simona Tarzia.
Quanto infine alla Vs. rettifica pubblicata in data 21 dicembre, é appena il caso di sottolineare qui che essa rappresenta la proverbiale ‘pezza peggiore del buco’.
Viene infatti pubblicata la email di richiesta di rettifica dell’interessata, con il seguente commento: ‘Ricordiamo che nel nostro articolo del 12 dicembre 2023, che non ha alcun contenuto lesivo della reputazione di chicchessia non avendo mai avuto alcun asserito intento diffamatorio nei confronti della giornalista genovese o di altri, non abbiamo infatti mai citato la collega che ora ci ha chiesto di pubblicare la sua rettifica, né la testata giornalistica per cui lavora. Il nostro intento é stato semplicemente quello di raccontare correttamente i fatti, come peraltro hanno raccontato altri colleghi giornalisti.
La presunta notizia, di per sé alquanto inverosimile e incredibile per una serie di motivi, di un camion carico di 900 chili di droga caduto nel Polcevera a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, era già stata smentita dagli inquirenti alcuni giorni dopo la sua diffusione nel dicembre 2022, come riportato da diverse testate giornalistiche nazionali e locali.
Tuttavia il Gruppo Cronisti Liguri, a dicembre 2023, ha ritenuto di premiare la giornalista genovese anche per questa presunta notizia, ormai considerata una cosiddetta bufala perché smentita dagli inquirenti e rivelatasi non vera, come notizia dell’anno con la seguente motivazione: Ha svelato per prima come, sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, tra i camion precipitati nel crollo del Ponte Morandi ci fosse un mezzo pesante che conteneva un grosso carico di stupefacenti.
Epperò nessun camion con un grosso carico di stupefacenti é mai precipitato sul Polcevera’.
Orbene, appare piuttosto evidente che se l’intento del Vs. pezzo fosse stato sin dall’inizio quello di raccontare la verità dei fatti, lo stesso avrebbe dovuto quantomeno:
-indicare correttamente, come riportato nel pezzo vincitore del premio, che la fonte di prova dalla quale era scaturita l’indagine era un’intercettazione telefonica (e non le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia), e sulla differente attendibilità delle due fonti di prova non ritengo di dovermi dilungare qui;
-riportare testualmente le corrette motivazioni del premio, dalle quali chiaramente si evince come lo stesso venga conferito, al di là della conferma della veridicità della notizia riportata (anzi nella consapevolezza della sua mancata conferma!);
-dare atto del fatto che la notizia, prima della sua smentita era in effetti una notizia, meritevole di pubblicazione e di approfondimento, come peraltro fa correttamente il Dott. Pistacchi nel suo pezzo coevo, quantomeno per una forma di rispetto del lavoro di una collega, secondo quanto deontologia professionale normalmente richiederebbe.
Perché, Direttore, al di là delle dichiarazioni di intenti successive all’articolo, non vi é chi non veda che trattare la vicenda come il conferimento di un premio ad una ‘bufala’ non può che screditare contemporaneamente l’operato di chi il premio lo ha conferito e di chi il premio lo ha ricevuto e ciò risulta ancor più grave ove si consideri che – lo si ribadisce qui ancora una volta – le motivazioni ufficiali del conferimento del premio da parte del GCL davano pienamente conto della consapevolezza della mancata conferma della veridicità della notizia da parte dei premianti e della premiata.
Il Vs. pezzo originario (e con esso la presunta rettifica) invece lascia ampiamente spazio al lettore per farsi l’idea che le ragioni del conferimento del premio siano altre.
Anche per questi motivi, mi corre l’obbligo di rappresentarLe che la mia assistita non si ritiene affatto soddisfatta della rettifica pubblicata in data 21 dicembre e, anzi, non la ritiene – a ragione – affatto una rettifica, ma piuttosto un’occasione per rinfocolare surrettiziamente la polemica sul conferimento di un premio che evidentemente l’autore del Vs. pezzo avrebbe conferito ad altri; questa é un’opinione (rispettabilissima, per carità, come peraltro quella del Dott. Pistacchi del resto), che però dovrebbe essere argomentata sulla base di fatti veritieri.
La Dott.ssa Tarzia pertanto chiede, mio tramite, che venga pubblicata idonea rettifica, che da un lato dia conto delle motivazioni ufficiali del premio e che nel contempo risulti rispettosa di quanto deontologicamente previsto quando si commenta pubblicamente il lavoro di una collega, riservandosi quest’ultima ogni azione nelle sedi meglio ritenute, anche penali. Qualora ciò non sia possibile, anche la semplice – ma immediata – rimozione del pezzo, potrebbe valutarsi come condotta equipollente.
Confidando in un pronto riscontro nel termine di 7 giorni dal ricevimento della presente, si coglie l’occasione per porgere i migliori saluti. Avv. Federico Penco”.