“Leggo dalle agenzie di nuove polemiche. Chi mi accusa di razzismo e di xenofobia forse farebbe meglio a leggere tutto il testo del lungo colloquio avuto con (il quotidiano israeliano, ndr) Haaretz invece di affidarsi a sintesi di agenzia. Nell’intervista ho dichiarato esattamente l’opposto e ho preso nettamente le distanze da ogni forma di razzismo e di estremismo. Sono dunque accuse strumentali il cui intento politico è evidente.
Quanto alla vicinanza di alcuni esponenti politici italiani alla Open Society di Soros, non sono io a dirlo ma la stessa Open Society in un suo rapporto interno che, chi vuole, può leggere qui: https://legacy.gscdn.nl/archiv…/images/soroskooptbrussel.pdf.
Naturalmente essere considerati vicini, come scriveva quel rapporto, è cosa ben diversa dall’essere finanziati.
Non ho fatto che riprendere una notizia che avevo affrontato il 4 novembre 2017 sul blog che all’epoca tenevo su Il Giornale: http://blog.ilgiornale.it/…/…/11/04/pd-suicidarsi-ius-soli/… e su tutto ciò non ho nulla da aggiungere”.
Lo ha dichiarato oggi su Facebook il nuovo presidente della Rai, Marcello Foa, replicando agli attacchi di alcuni esponenti del Pd (che hanno annunciato querele chiedendo le sue dimissioni) e della stampa di sinistra sulle sue documentate dichiarazioni, peraltro su fatti già noti.
D’altronde, almeno per quanto riguarda la Liguria, l’eurodeputato spezzino Brando Benifei (Pd) si era pubblicamente vantato di essere “affidabile” per Soros.
Benifei (Pd) europarlamentare dell’anno: si era vantato di essere affidabile per Soros
Benifei e Cofferati camerieri di Soros a Bruxelles? Pucciarelli: roba da denuncia
“Dato che – aveva dichiarato Benifei su Facebook – molti chiedono a me e ai miei colleghi coinvolti cosa sappiamo di questa faccenda scrivo due righe al riguardo: una giornalista ha ripubblicato una lista uscita circa due anni fa contenente i nomi dei parlamentari europei considerati ‘amici’ dalla fondazione Open Society di Soros, fra cui il mio e quello di colleghi del Pd e dei partiti della sinistra fuori dal Partito Democratico.
Già quando uscì l’elenco a suo tempo iniziò una campagna stampa dei giornali della destra per dire che eravamo i servi del magnate ebreo eccetera che manco un bollettino del fascismo, adesso è stato ripubblicato qualche articolo.
Ci tengo a chiarire che
a) nella lista ci sono poco meno di un terzo di tutti i parlamentari europei, perché per esempio per difendere la Central European University di Budapest da Orban molta parte del Parlamento Europeo si è unita alla campagna sostenuta proprio da Open Society
b) essere associato a un’organizzazione che si impegna a livello internazionale per i diritti di molte categorie vulnerabili come i rifugiati, i disabili, le donne che decidono di abortire, gli incarcerati per le loro idee politiche mi fa solo piacere
c) la motivazione per cui sono stato inserito nell’elenco e associata al mio nome, cioè l’impegno per i diritti umani in Europa e nel vicinato europeo, per me è solo motivo di vanto
d) è un fatto che la fondazione di Soros si occupa in larga misura di diritti civili e di battaglie ‘liberali’ e molto meno di diritti sociali e del lavoro che sono più al cuore dell’impegno di molti di noi, ma senza libertà non penso ci sia neanche il progresso sociale perciò sono contento che specie in contesti difficili come quello di alcune parti dei Paesi dell’est europeo ci sia una realtà del genere che si impegna a sostegno di determinati valori e politiche”.