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Presidente Toti si ricandida, ma Rete a Sinistra attacca: contrasti interni al suo partito

Il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) in piazza

“Si potrebbe prendere con ironia la notizia della ricandidatura di Giovanni Toti alle prossime elezioni regionali. Perché se è vero che la scelta di ricandidarsi è del tutto legittima, è anche vero che dal punto di vista politico l’amministrazione Toti è oggi uno dei più grandi flop nella storia istituzionale di questa regione, ma anche del Paese”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale di Rete a Sinistra/Liberamente Liguria Gianni Pastorino.

“Guardiamo ai fatti. Partito con l’intenzione di unificare tutto il centrodestra – ha aggiunto Pastorino – oggi il presidente ‘prestato’ alla Liguria si trova clamorosamente solo, con una giunta a trazione decisamente leghista che, quando va bene, procede in ordine sparso senza una strategia territoriale.

Lo dimostrano i dati sugli indicatori socioeconomci, fra i peggiori possibili nello scenario italiano. Dati negativi su Pil, occupazione e sanità, giusto per fare un rapido elenco che potrebbe essere ben più lungo.

Insomma, ‘il vento è cambiato’ di totiana memoria fa piuttosto pensare a un uragano che si è abbattuto sulla nostra regione, in cui la qualità della vita ha continuato e peggiorare notevolmente.

I fallimenti del centrodestra al potere sono evidenti. Basti pensare al disastro del Piano di Sviluppo Rurale, per cui dovremo restituire all’Europa centinaia di milioni non spesi. E poi: ritorna di gran carriera la cementificazione, nessuna attenzione al dissesto idrogeologico, nessuna capacità di ricucire il rapporto fra costa e entroterra con conseguente spopolamento dei piccoli centri, la disoccupazione avanza

La Regione non è stata capace di alcuna scelta che ci abbia fatto uscire dalla crisi economica. A questo aggiungiamo che, al di là delle buone intenzioni di qualche assessore, continua a non esserci né un programma né una strategia di vero rilancio.

In conclusione, oggi Toti è isolato nella sua giunta, si trova solo nei rapporti con Roma, viene schiacciato dai contrasti interni al suo partito, vede sfumare il sogno di unificare il centrodestra e quindi la sua leadership nazionale.

Dietro alla sua fragile ricandidatura noi non vediamo altro che una modesta elargizione di Salvini, che lascia all’alleato ligure le briciole di un tavolo politico nazionale da cui è escluso.

Piuttosto, la vera notizia sarà definire un progetto politico e sociale che alimenti la speranza di togliere questa regione da una giunta pasticciona e che non ha soluzioni”.