Ieri circa 200 lavoratori di Iren hanno partecipato al doppio presidio di protesta organizzato da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil insieme alle Rsu, prima in via di Gavette e poi davanti alla sede Iren di via Santi Giacomo e Filippo.
La protesta riguardava il premio di risultato e l’abolizione dei buoni pasto.
“Siamo soddisfatti – ha detto il segretario generale Femca Cisl Liguria Romeo Bregata – c’è stata grande adesione: attendiamo dall’azienda un riscontro per riaprire il tavolo di trattativa chiuso unilateralmente da un ordine di servizio”.
Dal canto suo Iren, in una nota, ha espresso il proprio stupore per tale presidio.
Iren tiene a ricordare di “aver scelto di non ricorrere per l’intera durata dell’epidemia Covid-19 ad ammortizzatori sociali per senso di solidarietà e responsabilità nei confronti dei settori più deboli dell’economia introducendo diverse iniziative innovative che hanno consentito a tutti gli oltre 8.000 dipendenti del Gruppo di non subire alcuna decurtazione della retribuzione”.
Inoltre, spiega l’azienda “è stato istituito lo strumento delle ferie solidali, per cui ogni dipendente poteva donare a un fondo comune giorni di ferie in favore dei colleghi che hanno già utilizzato le proprie giornate e non fossero impiegabili; sono stati donati di 2.000 giorni di ferie, di cui 500 donati dai dirigenti” oltre al fatto che “la messa a disposizione di smartphone per tutti i dipendenti, ha consentito di estendere lo smart-working a circa 3.000 dipendenti che hanno potuto inoltre usufruire di giornate di formazione fruibili direttamente online, per corsi di lingua, formazione personale e professionale”.
Per quanto riguarda le contestazioni il Gruppo precisa che per quanto riguarda il ‘premio di risultato’: “il 29 maggio Iren ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali l’intenzione di riconoscere un premio di risultato per l’anno 2019, tenendo conto anche della disponibilità del personale operativo nel periodo dell’emergenza Covid-19.
Tale premio, sulla base dei risultati raggiunti, ha avuto un riconoscimento medio – particolarmente elevato – pari al 96%, con valori per le diverse Business Unit oscillanti tra il 102% e il 94%. I risultati non raggiunti sono dovuti principalmente al fenomeno dell’assenteismo.
Per quanto riguarda il premio di risultato 2020, l’azienda ha già comunicato ai sindacati la propria disponibilità a tenere conto dell’impegno sul campo dei propri dipendenti nella complessa gestione dell’emergenza Covid-19.”
Per quanto riguarda i buoni pasto, spiegano dall’azienda: “prima dell’avvio dell’emergenza Covid-19, i dipendenti del Gruppo con sede in Liguria (Genova e La Spezia, le uniche due sedi del Gruppo sprovviste di mensa aziendale) avevano la possibilità di lavorare un giorno a settimana da casa in modalità smart-working vedendosi riconosciuto l’equivalente buono pasto. Una volta iniziata l’emergenza Covid-19, tutti i dipendenti non operativi sul campo hanno iniziato a lavorare in modalità smart-working da casa, beneficiando dei buoni pasto per tutti i giorni della settimana. Con la graduale ripresa delle attività, che prevedono il contestuale rientro dei dipendenti presso le sedi di lavoro, il Gruppo Iren lascia facoltà ai dipendenti che ne avessero necessità di continuare a lavorare in modalità smart-working come previsto dal Dpcm del Governo ma, concluso questo momento straordinario, il Gruppo prevede il ritorno ai precedenti accordi che prevedevano l’erogazione di un buono pasto a settimana a fronte di un equivalente giorno in smart-working. Tale procedura è peraltro in linea con quella adottata dalla maggior parte delle aziende italiane”.
Infine l’azienda precisa come non ci sia stato alcun aumento di stipendio ai consiglieri di amministrazione e tale informazione è facilmente riscontrabile consultando il Bilancio 2019 del Gruppo.
Per quanto riguarda la distribuzione dei dividenti “a fronte di risultati 2019 particolarmente positivi, l’Assemblea dei soci ha deliberato una distribuzione del dividendo in crescita del 10% rispetto all’anno precedente, valore ritenuto assolutamente sostenibile dal punto di vista economico-finanziario. Iren è un Gruppo a maggioranza pubblica, i cui principali azionisti sono quasi 100 comuni italiani. In un momento di estrema difficoltà per tutti gli enti pubblici del Paese, il Gruppo ritiene che il dividendo distribuito, anziché essere demonizzato e strumentalizzato per altri fini, possa rappresentare un prezioso importo per i bilanci comunali e, quindi, della collettività”.