“Smontiamo qualche ‘fake news’ che la sinistra si diverte a raccontare sulle accise sui carburanti. Partiamo dal fatto che il Governo non ha aumentato i prezzi dei carburanti, ma ha deciso di non proseguire a finanziare la sterilizzazione dei prezzi finanziando un provvedimento che era nato con un orizzonte temporale molto corto, soprattutto perché il costo dei carburanti era ampiamente oltre i 2 euro al litro con dei picchi che andavano oltre i 2,2 euro”.
Lo ha dichiarato l’altro giorno il capogruppo regionale di FdI Stefano Balleari, il quale ha ricordato le origini della misura che da marzo dell’anno scorso ha consentito di abbassare il costo del pieno di benzina o gasolio.
“Oggi – ha aggiunto Balleari – le condizioni sono mutate, il prezzo si è abbassato e la scelta di proseguire in questa direzione comportava rinunciare nella manovra finanziaria ad altri interventi di aiuto alle famiglie colpite dall’inflazione e dalla crisi come la riduzione del cuneo fiscale.
Il costo di questo intervento spot è stato infatti di 8 miliardi per otto mesi, un miliardo di euro al mese e quindi rifinanziare sino a marzo 2023 sarebbe costato circa 3 miliardi. Come la riduzione del cuneo fiscale che ne è costato 4 di miliardi.
Le scelte sono dovute a una manovra finanziaria che ha impiegato tutte le risorse su famiglie, lavoro e impresa per sterilizzare gli aumenti del costo energetico che come vediamo influenza ancora il caro vita, nonostante il ‘price cap’ europeo abbia portato notevoli benefici che però tardano a vedersi.
Le scelte della manovra di bilancio hanno dato delle indicazioni politiche e anche in questo caso la scelta di preservare i redditi da lavoro più bassi rispetto al prezzo dei carburanti che, si spera, tornerà a scendere, è frutto della scelta di investire nel futuro e non nell’emergenza.
Va chiarito, nuovamente, che il capitolo delle accise non è da affrontarsi con delle politiche a spot, ma si vuole risolverlo in maniera strutturale e quindi è una partita che durerà 4 anni e 10 mesi.
Il Governo Meloni ha la volontà di costruire un’Italia diversa e fare le riforme che servono al Paese. Una ben diversa disposizione rispetto ai 10 anni passati che si sono retti sull’orizzonte della poltrona e la gestione del potere”.