Ma due terzi del prezzo sono componente fiscale con Iva e accise
Il prezzo dei carburanti è in continua salita con la benzina verde ed il diesel che toccano i massimi da oltre un anno.
Il rincaro dei carburanti è forse da ricercare nella ripresa dell’attività economica determinata dal piano vaccinale e dall’allentamento delle restrizioni con la conseguente ripresa dei viaggi con la stagione estiva.
Altra causa del rialzo dei prodotti petroliferi raffinati potrebbe essere la conseguenza al cyber attacco all’oleodotto statunitense Colinual Pipeline.
Sta di fatto che il prezzo del greggio Wti viaggia stabilmente sugli 65 dollari al barile.
La scorsa settimana la benzina verde veniva a costare, in media, in media a 1,588 euro al litro, mentre il diesel a 1,447 euro al litro.
Per i consumatori è una vera e propria stangata.
Secondo l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, “dall’inizio dell’anno, dalla rilevazione del 4 gennaio, in 5 mesi, un pieno da 50 litri è aumentato di 7 euro e 32 cent per la benzina e di 6 euro e 41 cent per il gasolio, con un rincaro, rispettivamente, del 10,2% e del 9,7%. Su base annua è pari a una stangata ad autovettura pari a 176 euro all’anno per la benzina e 154 euro per il gasolio”.
Secondo Assoutenti, la stangata risulta maggiore con il rincaro su base annua per la verde, è di 266 euro a famiglia e di 230 euro per il diesel.
C’è da tenere presente che nel prezzo della benzina sono presenti circa due terzi di componente fiscale.
Secondo gli ultimi dati di Unem, tra Iva e accise le tasse pesano poco più di un euro su un costo complessivo di 1,58 euro a litro.
Al netto delle tasse, rileva l’Unione energie per la mobilità, il prezzo italiano è inferiore alla media europea di 3-4 centesimi.