Guerra in Israele, sotto attacco jihadista. Al grido di “Palestina libera” alcune centinaia di manifestanti nel tardo pomeriggio di oggi hanno partecipato a un presidio di solidarietà con il popolo palestinese organizzato in piazza Caricamento a Genova dal gruppo “Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni”, dalla comunità palestinese cittadina e gruppi studenteschi.
Ieri sera, inoltre, in piazza De Ferrari è stata installata una “bancarella di solidarietà con Gaza” e anche in questo caso i manifestanti hanno inneggiato al grido di “Viva la lotta del popolo palestinese” e “Palestina libera” contro Israele, gli Usa e la UE.
In piazza Caricamento sono stati esposti cartelli contro Israele definito uno “Stato terrorista”, contro la posizione dell’Unione Europea con la scritta “Shame on you EU”, per la libertà della Palestina e per l’Intifada.
Numerose le bandiere della Palestina presenti, oltre a quelle di Potere al popolo, di “Genova Antifascista”, del sindacato Usb e altre.
Ombre in particolare su alcuni fautori delle manifestazioni pro palestinesi, tra cui spicca Mohammad Hanoun, architetto palestinese trapiantato a Genova e presidente delle associazioni Api e Abspp, che l’anno scorso aveva incontrato l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il dem Matteo Orfini.
Risulta che Hanoun abbia intrattenuto rapporti politici anche con la deputata pentastellata Stefania Ascari e l’ex esponente del M5S Alessandro Di Battista “per scopi umanitari”.
Tutti i politici italiani, pur con differenti distinguo, hanno comunque condannato gli orrori del violento attacco jihadista contro Israele che ha preso il via l’altro giorno.
Le associazioni del “genovese” Hanoun sarebbero nate ufficialmente con lo scopo di sostenere la popolazione palestinese, ma l’architetto era finito nella black list del Governo israeliano ed era stato “attenzionato” dagli investigatori della Digos.
I conti dell’onlus Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese) erano stati congelati per transazioni sospette, con tanto di segnalazione all’Antiriciclaggio. Il sospetto era che, in realtà, i fondi servissero per finanziare l’organizzazione terroristica Hamas.
Le attività sospette, tra le altre cose, sarebbero consistite nella “massiccia movimentazione di contante e nell’invio di provviste economiche a soggetti non censiti in Palestina e ad altri inseriti nelle black list delle banche dati europee”.
E qui era entrato in gioco Hamas, con tanto di foto che vede lo stesso architetto, genovese d’adozione, insieme a Abu Osama al-Kurd, ministro dell’organizzazione recentemente scomparso. E ancora, immagini di ampio sostegno ad Ahmad Yassin, fondatore di Hamas.
L’inchiesta della Procura di Genova denominata “Collette del terrore” si è conclusa in sostanza con un nulla di fatto, secondo gli inquirenti anche per la mancanza di elementi verificabili in territorio palestinese.