Secondo la procura di Genova, la moglie dell’ex presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi, Umberta Rotondo, coinvolta nel caso giudiziario del rientro di 12 milioni di euro dalla Svizzera, va assolta.
Infatti il pm, nel corso della discussione nel processo agli ex vertici del Centro fiduciario, ramo della banca che si occupava di investimenti finanziari per facoltosi clienti, nei giorni scorsi ha chiesto l’assoluzione per l’imputata.
Giovanni Berneschi era uscito da questo processo per intervenuta prescrizione dell’evasione che gli era stata contestata.
Secondo il pm, la moglie avrebbe agito senza dolo, su disposizione di altri e senza un ruolo operativo. Il denaro tornato in Italia era “scudato” anche se “fu uno scudo fiscale irrituale”.
La procura genovese ha invece chiesto la condanna a due anni ciascuno per Antonio Cipollina e Gian Marco Grosso, ex vertici del Centro fiduciario finiti agli arresti domiciliari quando deflagrò l’inchiesta della Guardia di Finanza. Chiesta l’assoluzione anche per un altro imputato, Marcello Senarega, procuratore finanziario. I quattro sono accusati di riciclaggio.
Inizialmente, per gli investigatori i 12 milioni di euro sarebbero rientrati in Italia (dunque nella presunta disponibilità di Giovanni Berneschi) con uno scudo irregolare. In sostanza, invece di dichiarare l’operazione a proprio nome l’ex presidente di Banca Carige secondo la GdF l’avrebbe camuffata attraverso la moglie.