“Ho sentito in questi giorni alcuni colleghi nord-americani. Mi hanno detto che la situazione nel loro paese e’ simile alla nostra: molti contagiati asintomatici, qualche ricovero (alcuni anche in terapia intensiva), ma la sensazione è che si tratti di una malattia molto diversa oggi: meno aggressiva e meno letale”.
Lo ha dichiarato su fb il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova.
“Vi invito – ha continjuato il prof. Bassetti – a leggere l’articolo allegato che si riferisce al principale ospedale di Pittsburg (UPMC).
Le parole dei colleghi del pronto soccorso e della rianimazione sembrano la copia delle mie. Stesse sensazioni e conclusioni.
Eppure in Italia c’è ancora qualche mio collega che dice che è tutto come a marzo. Quando usciranno dai loro studi, anche televisivi e andranno a fare i dottori in corsia mi daranno ragione.
Ancora tanta cautela, ma sempre maggiori messaggi di realismo ottimista”.
“Guardando i dati dell’Ecdc ovvero il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive – ha aggiunto il prof. Bassetti – l’Italia è uno dei Paesi europei che stanno meglio a livello di nuovi casi negli ultimi 14 giorni.
Questa mi sembra un’ottima notizia, di cui andare orgogliosi.
Anche oggi la percentuale di positivi sul totale di tamponi fatti rimane intorno all’1.5-2%. È Stabile da oltre 1 mese.
I casi salgono come numero assoluto perché crescono i tamponi eseguiti, ma la percentuale resta stabile.
Ci sono vari focolai in giro per il nostro Paese che necessitano di particolare attenzione e tutti noi sanitari stiamo facendo il massimo per controllarli e spegnerli presto.
I ricoveri restano stabili. Quelli in terapia intensiva rappresentano sempre lo 0.3-0.4% del totale dei positivi e non sappiamo quanti siano legati veramente alla polmonite da SarsCov-2. Un punto da tenere in opportuna considerazione: la ragione del ricovero in terapia intensiva ‘per Covid’ o ‘con Covid’.
Dobbiamo continuare a rispettare le regole e utilizzare le misure di prevenzione arcinote, rappresentate dalla mascherina (quando serve e indicato), dal distanziamento, dal lavaggio delle mani e dallo stare a casa se ho sintomi influenzali o se ho avuto contatti con casi noti di Covid-19.
Con ancora un po’ di pazienza e con uno sforzo comune riusciremo a tornare alla normalità.
Occorre però dire e sostenere che fino al vaccino, il rischio 0 non esiste. Bisogna che tutti ne prendano atto”.