L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio solleva dubbi e polemiche. Gli insegnanti, in particolare, restano al centro di un dibattito acceso sul futuro della giustizia e della tutela dei cittadini.
Con l’approvazione della legge n. 114 del 9 agosto 2024, il Parlamento italiano ha sancito la definitiva abrogazione del reato di abuso d’ufficio, un provvedimento fortemente voluto dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Tuttavia, questa decisione ha generato reazioni contrastanti tra magistrati, avvocati e addetti ai lavori, sollevando preoccupazioni per la tutela dei cittadini contro eventuali abusi di potere pubblico.
Prof. Becchi: Una situazione di stallo e sofferenza per i docenti
Secondo il Prof. Becchi, il provvedimento sta creando un clima di incertezza, in particolare per gli insegnanti genovesi, che si trovano in una posizione delicata: «Il calvario per i professori continua. C’è una legge che abroga l’abuso d’ufficio e il giudice dovrebbe applicarla. Tuttavia, il PM ritiene che questa normativa possa aprire un vuoto legislativo e che sia incostituzionale, chiedendo così il rinvio alla Corte».
Becchi sottolinea come il giudice, al momento, abbia scelto di prendere tempo, aspettando una pronuncia della Corte Costituzionale già sollecitata. Inoltre, il PM ha aggiunto che, in assenza del reato di abuso d’ufficio, potrebbero entrare in gioco norme di diritto internazionale ed europeo, che prevalgono sulla legge italiana.
Critiche al sistema giudiziario
Il professore genovese critica apertamente la situazione attuale, definendola il risultato di un conflitto tra magistratura e Parlamento: «Non siamo più nell’era di Mani Pulite. Questa è l’ultima resistenza di una parte della magistratura che vuole sostituirsi al Parlamento. Il calvario dei docenti è destinato a continuare, ma ormai è solo una questione di tempo».
Becchi denuncia anche il silenzio generale sulle sofferenze dei docenti, spesso lasciati soli a fronteggiare malattie, umiliazioni e incertezze: «Sono passati quasi tre anni e ancora non si sa se qualcuno sarà rinviato a giudizio. Questa è giustizia?»
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