L‘Università di Genova ha seguito il suo calendario e le lezioni sono cominciate tutte da remoto, anche quelle con pochi studenti che invece sarebbero potute partire in presenza. Ma se si aveva veramente il coraggio di partire in presenza perché non si è spostata l’apertura generale delle lezioni al primo marzo?
Solo ora, a semestre iniziato, si annuncia una riapertura all’inizio di marzo.
Una farsa: pochi studenti potranno entrare in aula e alla fine saranno pochissime le lezioni in presenza per i singoli corsi perché per i corsi numerosi non ci sono aule grandi e non si è voluto affittare lo spazio che i cinema potevano garantire.
Università di Genova: se Liguria in area gialla riapriamo le aule il primo marzo
Troppo cari ‘okkk’. La piattaforma ‘Teams’ è gratis ? Quanto paga l’università alla multinazionale che ha scelto per fare lezioni ?
E comunque, anche se in presenza per pochi privilegiati, ovviamente le lezioni si svolgeranno sempre in una certa modalità, ossia saranno registrate per consentire agli altri studenti che non sono in aula di seguirle da casa.
La chiamano modalità ‘Blended’ ma è un superalcolico di bassa lega, una droga leggera, per anestetizzare gli animi.
Questo fenomeno della didattica a distanza, presentato come esempio di ‘innovazione’ virtuosa, realizza una ‘mutazione genica’ nella trasmissione del sapere: all’interazione libera e pubblica gestita dal docente si sovrappone infatti uno spazio privato gestito da multinazionali informatiche come ‘Teams’ cui tanto facilmente le nostre istituzioni universitarie si e ci affidano.
La lezione universitaria si trasforma quindi in una registrazione sostitutiva di una comunicazione in presenza, perde il significato dell’originale e assume i connotati della copia digitale a supporto degli studenti assenti per trasformarsi alla fine in un ‘prodotto’ di cui si pretende una circolazione autonoma ‘on demand’ secondo il modello dei contenuti online scaricabili a piacere dalle piattaforme digitali.
A questo punto non c’è più bisogno di Università.
L’involuzione della lezione accelera senza che neppure ce ne rendiamo conto. L’involuzione della funzione universitaria che da istituzione tesa alla formazione dello spirito critico assume i connotati tipici e dominanti di un’impresa che gestisce clienti.
Dopo tre semestri fatti così l’Università pubblica ha abdicato alla Covid-19. Il virus ha vinto.
P.S.: Per approfondire si veda il mio ultimo libro ‘L‘incubo di Foucault. La costruzione di una emergenza sanitaria’. Paolo Becchi
(Il prof. Paolo Becchi è ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Genova).