Il passo riportato nell’immagine allegata a questo articolo è tratto dalla sentenza di secondo grado della Corte di Appello di Genova (10/11/2021).
Nome e simbolo del M5S sono di Beppe Grillo. È scritto nero su giallo.
Che Grillo abbia autorizzato Giuseppe Conte a utilizzarli per l’associazione che ora presiede non significa niente.
Grillo può sciogliere qualsiasi contratto quando vuole. Questa è la realtà. O almeno quello che risulta dalla sentenza.
Ma con una scrittura privata, di cui ha dato notizia l’Agenzia Adnkronos, ci sono certi impegni che vincolerebbero Grillo (a non intraprendere azioni legali circa l’utilizzo del nome e del simbolo da parte del Movimento).
Certo che sì, ma sino a che punto? Questo è il problema. Grillo potrebbe spuntarla, ma chi pagherà il conto salato degli avvocati?
In ogni caso, ora attendiamo che Conte con documenti alla mano ci dimostri che ci sbagliamo e che il nome e il simbolo sono invece dell’associazione che ora presiede.
E, per favore, lo faccia prima del voto, perché gli iscritti del MoVimento (e per la verità tutti gli italiani) devono sapere con chi hanno a che fare. Prof. Paolo Becchi