Francesco Gastaldi, genovese, professore associato di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, ha parlato dello spopolamento di Genova all’incontro conviviale del Rotary Genova Centro Storico che si è tenuto nei giorni scorsi alle Terrazze di Palazzo Ducale.
“Gli ultimi dati di fonte ISTAT al 1 settembre 2021 – ha spiegato il prof. Gastaldi – ci dicono che i residenti sotto la Lanterna sono 553.947 con un calo di 4.983 abitanti rispetto al 1 gennaio 2021, nei primi 8 mesi dell’anno si sono registrati 2.124 nati, 5.561 morti, 6.487 nuovi iscritti all’anagrafe e 8.033 cancellati ).
Nel 2020, anno nero dell’emergenza coronavirus, i morti sono stati 3 volte i nati (3.308 nati e 10.031 morti).
I dati Istat sono raccolti in modo omogeneo e con lo stesso metodo (che deriva da leggi nazionali) in tutti i Comuni italiani e permettono confronti sincronici e diacronici.
E’ vero che nelle città, soprattutto i capoluoghi regionali, ci sono anche quote variabili di popolazione presente e non residente (studenti, lavoratori fuori sede, pendolari), ma questo avviene in molte città metropolitane e tale fenomeno c’era anche 40 anni fa per funzioni industriali e direzionali di diverso tipo.
Quindi, dati alla mano, a Genova continua una lenta e costante diminuzione della popolazione.
Si tratta forse di una delle emergenze principali della nostra città, anche se l’emergenza demografica ha radici molto profonde e lontane nel tempo, ormai è un dato strutturale, complice un tasso di natalità tra i più bassi d’Italia e un tasso di mortalità fra i più alti.
Il decremento degli italiani per anni è stato parzialmente compensato dai flussi di stranieri in entrata e dal contributo alla natalità dato da questi ultimi. Ora anche gli immigrati stranieri arrivano in minor numero, tornano nella loro patria o si distribuiscono in altre regioni italiane più dinamiche dal punto di vista economico”.