Liguria Rainbow, Comunità San Benedetto al Porto, Nonunadimeno ed altre associazioni, oggi si sono date appuntamento all’Anagrafe comunale di corso Torino per manifestare contro l’istituzione del cosiddetto Registro delle famiglie.
I manifestanti sono andati all’ufficio del Comune di Genova chiedendo di iscriversi al Registro, per ottenere il riconoscimento di “tutta la varietà degli stati di famiglia possibili e previsti dalla legge”.
“Intasiamo gli uffici – hanno spiegato i responsabili del coordinamento Liguria Pride – contro la politica dell’esclusione e dei privilegi! Le persone iscritte d’ufficio, offese da tale arroganza, potranno invece chiedere di disiscriversi, perché i diritti o sono di tutti o non sono diritti.
Il Comune di Genova, attraverso il Registro delle famiglie, a settembre aveva promesso speciali benefici e favori nella fruizione dei servizi della Civica amministrazione alle coppie sposate e con figli conviventi.
La maggioranza martedì 22 gennaio ha rinnovato la promessa votando in consiglio comunale una serie di ordini del giorno che introducono agevolazioni e benefici ai soli nuclei familiari iscritti al Registro Comunale delle Famiglie.
Le ‘famiglie diverse’ non potranno beneficiare di facilitazioni nell’erogazione dei servizi sociali, di riduzioni del costo delle certificazioni anagrafiche, di un maggior punteggio nelle graduatorie delle case popolari, di agevolazioni negli abbonamenti Amt, di tariffe scontate per l’utilizzo dei taxi, di tagliandi agevolati per i parcheggi e deroghe speciali per l’ingresso nelle zone a traffico limitato.
Il sindaco Bucci e la sua maggioranza giudicano la maggior parte della cittadinanza non meritevole di accedere ai servizi alla pari delle famiglie elette, travolti dalla foga per difendere la famiglia tradizionale inciampano goffamente producendo provvedimenti discriminatori anticostituzionali e in violazione dei Trattati europei.
Venditori di ideologia a buon mercato, colpiscono pure i loro elettori perché convivenze, separazioni e divorzi sono un dato sociale trasversale e perché il 45% delle famiglie genovesi è composto da una persona sola!
Il messaggio della giunta Bucci è in sintonia con un clima nazionale e globale di restaurazione di un ordine misogino e omofobo, che richiama alla mente il tristemente noto ‘Dio, Patria e Famiglia’.
In questa direzione vanno gli attacchi alla legge 194 sull’interruzione di gravidanza, la proposta di legge Pillon che rende il matrimonio nei fatti indissolubile, la pretesa di far tacere chi pubblicamente porta avanti un discorso di scelta libera e autodeterminata su sessualità, riproduzione, stili di vita.
È necessario far vedere che il consenso questi amministratori non ce l’hanno.
È necessario mostrare che nonostante la crisi e la recessione rendano tutte e tutti più insicuri, le genovesi e i genovesi non ci stanno a farsi rinchiudere nella gabbia falsamente rassicurante degli stereotipi e dei ruoli di genere .
Fermiamoli prima che la nostra città, che sa essere bella e accogliente, si trasformi nella capitale della divisione sociale, dell’arroganza, dell’esclusione”.