Le condizioni mediche dell’autista del pullman andato a fuoco domenica pomeriggio in A12, sono in netto miglioramento.
Resterà ricoverato, a scopo precauzionale, nella Terapia Intensiva Cardiologica diretta dal professor Italo Porto.
“Ero in galleria quando ho sentito un forte botto – spiega l’autista dall’ospedale – con il pullman che ha dato due strattoni, ha cominciato a perdere giri. Subito non me ne sono reso conto, ho pensato di aver preso una buca. Invece poi guardando gli specchietti retrovisori, ho visto le fiamme che uscivano dal motore. Dovevo decidere subito se fermarmi o portarlo fuori (il pullman). Portandolo fuori, però, c’era il rischio di bruciare l’impianto elettrico e non aprire più le porte.
A quel punto ho deciso di bloccare il mezzo dove eravamo per fare uscire tutti. Ho aperto le porte e tirandoli perché ormai si accalcavano uno sull’altro, li ho fatti uscire tutti fino all’ultimo.
Per ultimo sono sceso io quando gli altri erano lontani e ho guardato se dentro c’era rimasto qualcuno.
Mi sono allontanato verso l’uscita quando mi sono accorto che una signora infortunata ad una gamba era rimasta indietro. Quindi torno indietro, perché non l’avrei mai lasciata là. Il marito della donna mi ha visto e mi ha aiutato a tirarla fuori dalla galleria.
Il bus… il bus… l’importante è che ci siamo salvati tutti, che siamo tutti tornati a casa.
A chi gli ha chiesto se si sente un eroe. I passeggeri considerandomi un eroe hanno forse esagerato un po’. Penso che chiunque lo avrebbe fatto. Bisognerebbe essere un incosciente a prendere e scappare. Non penso che un autista lo avrebbe fatto. Penso che chiunque avrebbe fatto il gesto che ho fatto io.”