Capi d’accusa che potrebbero portare a condanne fino a sette anni di reclusione. Contestati reati dal blocco stradale all’incendio, per aver dato fuoco a due gomme, e alla messa a rischio dell’incolumità di altre persone per l’accensione di alcuni fumogeni.
Martedì 16 presso il Tribunale di Genova si celebrerà l’udienza preliminare per 16 lavoratori che il 12 e il 13 ottobre 2022 erano scesi in piazza per difendere i posti di lavoro di Ansaldo energia: 13 della stessa Ansaldo e tre portuali che avevano manifestato in solidarietà con gli operai.
Il primo giorno di mobilitazione il corteo aveva bloccato la barriera autostradale di Genova Ovest e la Sopraelevata, il secondo giorno l’aeroporto Cristoforo Colombo.
In concomitanza con l’udienza preliminare, martedì prossimo, la rsu Fim e la Fiom hanno annunciato quattro ore di sciopero e un corteo che dalla stazione di Genova Principe arriverà al Palazzo di giustizia.
Stamane si è svolta una conferenza stampa della Fiom per spiegare nei dettagli le ragioni della mobilitazione.
“Vediamo un accanimento – ha riferito il segretario generale della Fiom Genova Stefano Bonazzi – nei confronti di questi lavoratori rispetto a due giorni di manifestazione contro il rischio che 2.300 persone restassero senza lavoro.
Non si può criminalizzare così la lotta degli operai. Si vogliono colpire i lavoratori in maniera inaudita.
Colpisce la durezza dei capi d’accusa per questi lavoratori che rischiano svariati anni di carcere: lo riteniamo inaccettabile.
Furono giorni di scioperi aspri, ma si inquadravano in un contesto di pre fallimento di una delle fabbriche più storiche e importanti della città. Non a caso, per il 14 ottobre era stato proclamato anche uno sciopero generale cittadino dei metalmeccanici, poi ritirato in seguito all’annuncio della ricapitalizzazione da parte di Cassa depositi e prestiti.
In quei giorni ci fu una grande solidarietà da tutta la città. I commercianti di via Cantore, dove il primo giorno è sfilato il corteo, avevano abbassato le serrande. Uno scenario che in passato in città si era già visto per Fincantieri e Ilva, ma che non era mai sfociato in queste accuse.
E’ grazie alla lotta di questi lavoratori che in quello stabilimento si è tornato a sentire il rumore del lavoro. E lo ha riconosciuto anche il nuovo amministratore delegato.
La manifestazione di martedì 16 non è una sfida, ma un elemento di fondamentale solidarietà ai lavoratori colpiti da queste accuse. Deve essere chiaro che queste denunce non fermano la lotta dei lavoratori e che queste persone non saranno mai lascate sole”.
Tanto che il sindacato ha assicurato il pagamento di tutte le spese legali. I delegati sindacali hanno, inoltre, rimarcato che alcuni denunciati “vengono equiparati ai tre milanesi che hanno tirato il cavo d’acciaio in mezzo alla strada solo per aver participato a uno dei cortei più partecipati per una lotta operaia da un decennio. Tra l’altro, i denunciati all’inizio erano 17, ma una denuncia è caduta perché il lavoratore era a casa in mutua”.
Tra i denunciati anche il coordinatore della rsu per la Fiom, Federico Grondona: “E’ chiaro che è un processo politico, non si è mai vista una cosa del genere. Siamo entrati in aeroporto e lo abbiamo lasciato più pulito di prima: non è stata rotta una tazzina.
Invece si rischiano sette anni di galera per sei ore di corteo, per aver bruciato due gomme (che non è certo il massimo ma è un’azione poetica di lotta, non un incendio) oppure per aver acceso due fumogeni: che cosa dovrebbe succedere allo stadio tutte le domeniche?”.
Allo sciopero di martedì e all’assemblea in fabbrica che lo precederà lunedì non partecipa la Uilm, che però aveva aderito alle manifestazioni di ottobre 2022.