“I richiedenti asilo che non vengono impiegati in attività e programmi di integrazione finiscono per spacciare droga”. E’ il commento del procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, a seguito della maxi operazione antidroga compiuta dalla polizia nel Centro storico che ha portato all’arresto “ritardato” di 13 giovani pusher stranieri, di cui 6 risultano richiedenti asilo.
“Abbiamo notato – ha aggiunto Cozzi – che nel caso di richiedenti asilo ospitati in centri per migranti che non li impiegano in attività di integrazione vi è più propensione a finire per spacciare droga. Ci sono centri ‘buoni’ e altri senza programmi. Le attività sono il migliore deterrente per i reati”.
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Secondo gli investigatori, gli africani presi con il cosiddetto “arresto ritardato” avevano creato una catena di montaggio ben organizzata per la vendita della droga.
Infatti, c’era il corriere, la vedetta, il depositario, il pusher e il sistema organizzativo gestiva centinaia di cessioni di crack, hashish, marijuana gestite da africani, tra cui molti richiedenti asilo.
Il Video della polizia.
Gli stranieri spacciavano droga davanti alle scuole e ai centri ricreativi, in pieno pomeriggio, anche tra i bambini che giocavano a pallone per strada, nei vicoli e in particolare nella zona di piazza San Sepolcro.
In molti casi vendevano dosi di droga anche a minorenni.
Gli investigatori della Squadra mobile di Genova e del commissariato Centro hanno quindi sgominato la banda di 13 persone, tra i 20 e i 30 anni, del Senegal e del Gambia.
I pusher non sono stati arrestati in flagranza di reato, ma sono stati monitorati per settimane, pedinati, fotografati e ripresi da telecamere posizionate nel centro storico genovese e dopo due, tre cessioni di stupefacente venivano arrestati.
Nel corso delle indagini gli agenti hanno documentato oltre 60 cessioni di droga, hanno sequestrato oltre 180 dosi di crack e 40 grammi di marijuana, mentre 30 clienti sono stati segnalati alla Prefettura come consumatori di sostanze stupefacenti.
L’operazione “Labirinto 2” è la prosecuzione di un’analoga indagine che aveva portato lo scorso dicembre all’arresto differito di 23 persone. Due dei 13 spacciatori africani erano già finiti in manette a dicembre e, dopo essere stati scarcerati, erano stati sottoposti al divieto di avvicinamento alla zona del Centro storico genovese. Il divieto è stato violato e i due sono tornati in cella.