Ieri gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato due genovesi gravemente indiziati dei reati di porto abusivo di armi in concorso e rapina aggravata ai danni della macelleria Dalf di Genova Certosa.
La rapina era avvenuta nelle prime ore del mattino dello scorso 8 aprile.
Secondo l’accusa, i due indagati, con volto travisato, si erano introdotti nell’esercizio commerciale e, minacciando i dipendenti con una pistola, avevano rubato alcune migliaia di euro custoditi in cassaforte.
I presunti malviventi di 35 e 48 anni, inoltre, inseguiti durante la fuga da uno degli addetti al banco della macelleria, secondo quanto riferito dalla Polizia avevano esploso 6 colpi di pistola colpendo fortunatamente solo alcuni cartelli stradali.
Le indagini, corroborate dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona e dalle testimonianze delle vittime, nelle ore immediatamente successive al delitto, hanno condotto all’individuazione di un potenziale sospettato che aveva in passato lavorato nel settore della rivendita di carni.
La perquisizione domiciliare, effettuata la stessa sera della rapina dagli investigatori della Squadra Mobile, aveva consentito di trovare alcuni degli indumenti utilizzati per compiere il reato, un fucile calibro 12, un fucile di precisione, entrambi con matricola abrasa, un silenziatore artigianale, numerosi proiettili, alcuni del medesimo tipo di quelli utilizzati per la rapina, e parte dei contanti rubati.
Per tale motivo, è stato arrestato in flagranza del reato di detenzione illegale di armi clandestine.
I successivi accertamenti effettuati finalizzati all’individuazione del complice hanno poi consentito di acquisire gravi indizi a carico dell’altro arrestato, un pregiudicato per reati specifici.
Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto il gip ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per i due indagati.
La perquisizione, eseguita in occasione dell’esecuzione del provvedimento restrittivo, ha inoltre consentito di sequestrare le due pistole semiautomatiche, con caricatore rifornito e matricole abrase, presumibilmente utilizzate durante il “colpo”.
Gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Marassi.