Recco, cd. Passi carrabili a raso: chiarimenti del sindaco Gandolfo.
Il sindaco della città di Recco per chiarire e spiegare anche nei molti cavilli della burocrazia ci ha comunicato quanto segue:
«Sulla questione dei cd. “passi carrabili a raso” sono state dette, negli ultimi mesi, parecchie inesattezze se non, addirittura, bugie costruite ad uso e consumo della campagna elettorale. Credo valga quindi la pena fare alcune sintetiche precisazioni che riconducano la questione a un dato di verità.
Sul tema bisogna innanzitutto distinguere due piani di ragionamento: da un lato il codice della strada e dall’altro i connessi aspetti di natura tributaria.
Secondo il codice della strada è qualificato come passo carrabile “l’accesso ad un area laterale idoneo allo stazionamento di uno o più veicoli”. Si aggiunge poi che tali “accessi si distinguono in accessi a raso, accessi a livelli sfalsati e accessi misti”.
Proseguendo la lettura della norma si afferma che “senza la preventiva autorizzazione dell’ente proprietario della strada non possono essere stabiliti nuovi accessi” e che “gli accessi già esistenti devono essere regolarizzati”.
Quindi, in base a quanto letto sopra e in estrema sintesi, secondo il codice della strada, anche gli accessi a raso sono passi carrabili, che devono essere autorizzati ovvero regolarizzati, laddove già esistenti.
Diversa è la questione dal punto di vista tributario e patrimoniale, ovvero se detti passi carrabili debbano essere o meno assoggettati al pagamento di un tributo o canone che dir si voglia, rispetto al quale nulla dice il codice della strada.
Inizialmente, con la prima istituzione del Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap), approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 125 del 1998, i passi a raso erano esentati. All’art 25 del relativo regolamento si affermava infatti che “i semplici accessi che si aprono direttamente sul suolo pubblico, sprovvisti di qualunque manufatto, non danno luogo all’applicazione del canone”.
Questa situazione è perdurata per ben 15 anni, esattamente fino al 2013, quando a guidare l’amministrazione c’era il mio predecessore Dario Capurro (mandato 2009-2019).
In quell’anno, infatti, con delibera di Consiglio n. 18, il sopra citato art. 25 del regolamento Cosap viene così modificato: “per i semplici accessi che si aprono direttamente sul suolo pubblico, seppur sprovvisti di qualunque manufatto, il canone è comunque dovuto”.
Non solo. Sempre nello stesso periodo, il mio predecessore Dario Capurro decide che il canone si deve pagare non in ragione dei metri lineari del varco, ma sulla base dei metri quadrati dell’area alla quale si accede attraverso il passo carrabile stesso (delibera di consiglio comunale n. 12 del 2012).
E’ quindi nel biennio 2012-2013 che la situazione cambia radicalmente per i contribuenti del nostro Comune, situazione che ho ereditato e che ho dovuto gioco forza gestire.
Per quanto molti cittadini avessero infatti provveduto, negli anni, a regolarizzare la loro posizione, ce ne erano altrettanti che, magari per semplice disattenzione o non conoscenza delle modifiche apportate al regolamento, risultavano ancora irregolari.
Ho così deciso di dare la possibilità ai miei concittadini di mettere a posto la propria posizione con una sanatoria, senza sanzioni né interessi e andando indietro di solo due anni (grazie a un tecnicismo che vi risparmio e che trova la sua fondatezza nel passaggio dalla Cosap al Cup).
Peraltro, per poterlo fare, mi sono assunto la responsabilità di stoppare l’attività accertativa degli uffici che, altrettanto legittimamente, avrebbero potuto andare indietro di cinque anni applicando anche sanzioni e interessi.
Questa, documenti alla mano, è la verità sul come si è arrivati all’attuale situazione, e mi fa sorridere la spregiudicatezza di chi, per biechi interessi elettorali, dopo essere stato l’artefice primo di certe scelte, si straccia oggi le vesti e conduce la propria campagna al grido di “passi a raso gratis per tutti”.
E fosse solo questo: la proposta programmatica prevederebbe che la gratuità dovrebbe valere non solo per il futuro ma anche per il passato, facendosi così beffe di uno dei principi cardine del diritto, e cioè quello della irretroattività della norma».
Cosa si può invece ragionevolmente fare anche in futuro?
«Una volta esaurita la fase della sanatoria (che, purtroppo, può avvenire solo sulla base delle regole vigenti al tempo) si potrà intervenire su due fronti.
Innanzitutto si dovrà abolire, per tutte le zone collinari e periferiche, il principio della determinazione del canone sui metri quadrati dell’area interna piuttosto che sui metri lineari del varco.
Se questo metodo può infatti avere senso ed essere equo per le grandi autorimesse del centro, si trasforma in una sorta di ingiustificata tassa occulta (quasi una patrimoniale) quando ci si sposta sulle alture. Questo è un impegno preciso che mi sono assunto da tempo.
In secondo luogo, una volta completata la regolarizzazione, si dovrà utilizzare tutto l’extra gettito aggiuntivo rispetto ai 70.000 euro che il Comune incassava prima della sanatoria, per abbassare il canone dovuto, secondo il principio del pagare tutti per pagare meno.
E questo abbattimento dovrà riguardare in maniera significativa proprio e soprattutto quei passi carrabili a raso che non sottraggono “utilità” alla collettività, perché non interrompono linee di marciapiede o di stalli auto.
Oggi l’abbattimento è fissato al 30% e potrà ragionevolmente aumentare anche in misura significativa, ma mi riservo di quantificarlo solo dopo aver conosciuto l’ammontare dell’extra gettito, evitando promesse roboanti.
Cetto La Qualunque vado volentieri a vederlo al cinema, quando è giusto farsi due risate, ma non ho nessuna intenzione di adottare certi meccanismi quando indosso la fascia da Sindaco. Mi perdonerete, ma io ho scelto di fare l’amministratore in modo serio, sincero e responsabile». ABov