Si è svolta questa mattina, in videoconferenza, la seduta solenne del consiglio regionale dedicata al Giorno della Memoria.
La cerimonia è stata istituita con la legge regionale 9 del 16 aprile 2004, in memoria della Shoah e della persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il presidente del consiglio regionale Gianmarco Medusei (Lega) ha aperto la seduta con un saluto e ha invitato consiglieri regionali, assessori e ospiti a osservare un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime dei campi di sterminio.
E’ stato quindi trasmesso un breve filmato in cui sono raccolte le preziose testimonianze di alcuni dei tanti ebrei genovesi arrestati, deportati e sopravvissuti alla persecuzione.
E’ seguìta l’orazione ufficiale di Alberto Cavaglion, docente di Storia dell’ebraismo presso l’Università di Firenze.
“La comunità civile – ha dichiarato Medusei – è chiamata ad affrontare gli interrogativi e le sfide di questo tempo incerto, orientando i propri passi sul difficile cammino della consapevolezza che, ‘se questo è stato’ sta a ciascuno di noi evitare che possa ripetersi.
Il filmato trasmesso oggi in videoconferenza riprende immagini che il passare del tempo rende più preziose con lo spegnersi della voce dei protagonisti e più pressante si fa l’interrogativo sulla trasmissione della Memoria.
Forti del bagaglio di queste testimonianze, gelosamente conservate dalle innumerevoli fondazioni nate in ogni parte del mondo, dobbiamo approcciare il male assoluto con gli strumenti scientifici delle discipline storiche e con quelli, non meno efficaci, della letteratura.
A questo ricchissimo ambito potremo attingere per formare coscienze nuove di donne e uomini liberi dal pregiudizio, capaci di scegliere sempre quei principi e valori fondamentali che l’indifferenza dei più eclissò nel secolo scorso».
Il presidente ha concluso ricordando l’accorato appello del Premio Nobel per la pace Elie Wiesel: «Sono molte le atrocità nel mondo e moltissimi i pericoli, ma di una cosa sono certo: il male peggiore è l’indifferenza».