“Caro Sindaco Bucci, in occasione della conferenza stampa di fine anno, lei ha rassicurato i genovesi sul fatto che a maggio ci sarà la riapertura di Scarpino. Ne siamo contenti, ma le chiediamo di rispondere ad alcune domande che abbiamo posto già da luglio in Consiglio comunale e che sono rimaste senza risposta”.
Comincia così la lettera aperta inviata oggi dai consiglieri comunali del Pd al primo cittadino di Genova.
“La riapertura della discarica di Scarpino- hanno aggiunto i consiglieri del Pd – rischia di non essere risolutiva, senza prima aver realizzato gli impianti di trattamento dei rifiuti. Infatti, già dal 2013 una circolare del Ministero dell’Ambiente, in linea con le indicazioni della Commissione europea, ha imposto specifiche attività di trattamento ai rifiuti urbani per poter essere ammessi e smaltiti in discarica.
Proprio per questo motivo, il centrosinistra si era attivato per arrivare a dotare Amiu Spa di una partnership forte ed affidabile che consentisse di valorizzare la discarica di Scarpino attraverso la realizzazione degli impianti previsti per legge, ma che fosse anche un partner determinante nello sviluppo della raccolta differenziata. Dopo le elezioni del 2015, il presidente Toti, per una mera scommessa politica (che ha vinto lui, ma che sta facendo perdere i genovesi), ha lasciato da sola l’amministrazione di allora.
Rivendichiamo la scelta di giungere alla fusione tra Amiu a Iren, e la riproponiamo al sindaco Bucci come soluzione, forse un po’ tardiva, ma ancora percorribile per garantire uno sviluppo europeo della gestione dei rifiuti, come è avvenuto a Torino e Milano e come avverrà alla Spezia, amministrazione guidata dal centrodestra.
Ma perché abbiamo dei dubbi?
Perché la Commissione Europea ha definito che le operazioni e i processi che soddisfano i requisiti minimi per rispettare il vincolo del conferimento in discarica dei soli rifiuti trattati sono il trattamento effettuato mediante tecnologie più o meno complesse, come ad esempio la bioessiccazione e la digestione anaerobica previa selezione, il trattamento meccanico biologico e l’incenerimento con recupero di calore e/o energia.
Ed ecco i quesiti che si porrebbe qualunque genovese preoccupato da un aumento vertiginoso della TARI:
1) Dove e come intende l’amministrazione comunale di Genova assolvere all’obbligo di trattamento dei rifiuti indifferenziati destinati a Scarpino a partire da maggio 2018?
2) Se attraverso la realizzazione di impianti propri, con quali risorse l’amministrazione comunale di Genova ha previsto di avviare la progettazione e la realizzazione degli impianti per il trattamento preconferimento in discarica e quali sono i relativi tempi?
3) Se attraverso l’utilizzo di impianti esistenti, dove e con quali risorse l’amministrazione comunale di Genova intende permettere il trasporto dei rifiuti (andata e ritorno) ed il suo trattamento?
La nostra scelta di legare Amiu ad un partner industriale forte è dovuta anche alla prospettiva futura per la nostra partecipata.
Infatti la Commissione europea ha appena approvato il pacchetto normativo sull’“Economia Circolare” dopo ore di trattative e grazie alla relatrice, l’europarlamentare PD Simona Bonafé. Quanto è stato approvato sarà la normativa di riferimento per i prossimi anni e porterà le aziende come Amiu a gestire materiali e non più rifiuti.
Per farlo però saranno necessarie risorse economiche e competenze umane.
Il prossimo Piano industriale di Amiu Genova senza risorse prevederà tutto questo?
Il Gruppo del Partito Democratico sta attendendo risposte a queste domande che da luglio sono state rivolte a lei e all’assessore Campora”.