“Buone le notizie anticipate dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che con molta ragionevolezza ha avviato un percorso che andrà ovviamente affinato, studiato e approfondito sulle riaperture. L’idea che dal 26 il Paese possa cominciare a riaprire, sia pure con le prudenze e limitazioni del caso, in un percorso che sarà certamente graduale e forse non brevissimo, dà un segnale di speranza a molti ed è coerente con i dati del nostro Paese, certamente con quelli della nostra regione, oggi decisamente positivi”.
Lo ha dichiarato stasera il governatore ligure Giovanni Toti.
A partire dal 26 aprile, dove i dati sui contagi lo consentiranno, come annunciato oggi dal premier Draghi, sono previste le scuole in presenza al 100% (tranne che in zona rossa), la ripresa dell’attività (solo all’aperto) per il settore della ristorazione pure la sera a cena, per lo spettacolo e per lo sport, anche se resterà sempre in vigore il coprifuoco fissato per le ore 22.
“Cala ancora sensibilmente la pressione sui nostri ospedali – ha aggiunto Toti – e torniamo sotto la soglia dei 700 ricoverati dopo qualche settimana. Calano anche le terapie intensive. La tendenza è sostanzialmente omogenea in tutte le aziende sanitarie della Liguria.
Oggi sette i deceduti, stiamo tornando sotto la soglia dei 10 al giorno: la terza ondata è stata ben gestita dai nostri ospedali e fortunatamente il tasso di mortalità sta scendendo, anche grazie all’imponente campagna vaccinale in corso. Anche oggi oltre 8000 vaccini di tipo ‘freeze’ (Pfizer e Moderna) e oltre 2500 vaccini di tipo ‘cold’ (Astrazeneca), quindi circa 11mila vaccini, cifra molto superiore ai 7800 indicati dalla struttura commissariale.
Continuiamo a crescere nella percentuale dei vaccini somministrati sui consegnati.
Siamo sopra il 50% degli ottantenni, sta crescendo la percentuale dei 70-79 ed è aperta la prenotazione tra 65 e 69. La percentuale sulla popolazione residente dei vaccinati continua a salire e si distacca dalla media italiana: oggi il 20,73% le prime dosi in confronto al 16,2 della media italiana; 8,17% le seconde dosi contro il 6,90 in Italia”.