Ieri la Polizia Stradale di Genova ha denunciato per falso in atto pubblico un trentenne pakistano, richiedente asilo e residente nel ponente genovese, sorpreso mercoledì scorso con un “apparato quasi da 007” mentre sosteneva le prove teoriche per la patente di guida negli uffici della Motorizzazione Civile di via Dino Col.
Secondo gli investigatori, la preparazione dello “studente” all’esame “aveva richiesto tempo non per allenarsi sui quiz ma per allestire una sorta di centrale multimediale”.
Infatti, lo straniero aveva incollato uno smartphone alla parte interna del suo maglione a larghe coste da cui si intravedeva la piccola videocamera dello smartphone, grazie alla quale poteva diffondere all’esterno l’immagine della scheda da compilare.
Per comunicare con un complice, invece, aveva portato un cavo collegato al microfono incollato sopra la spalla destra e un auricolare wireless di ridottissime dimensioni (inserito in profondità nell’orecchio sinistro).
A questo apparato da film di spionaggio. è seguito però un utilizzo maldestro dei dispositivi poiché improvvisamente, durante l’esame, è risuonata nell’aula la fortissima voce metallica dell’ignoto complice-suggeritore, che parlava in lingua straniera, chiaramente udita anche dagli altri candidati e dai membri della Commissione d’esame.
I poliziotti sono quindi intervenuti denunciando il pakistano, che aveva già “risposto” correttamente a tutte e 40 le domande della scheda di esame.
L’armamentario da 007 è stato sequestrato insieme allo smartphone sul quale sono in corso accertamenti, mentre è stato necessario addirittura fare ricorso all’otorinolaringoiatra della clinica specialistica dell’Ospedale San Martino per recuperare in sicurezza l’auricolare wireless, irrimediabilmente incastrato nell’orecchio del furfante.