La licenza di tassista genovese è stata sospesa per (soli) due giorni dopo che aveva rifiutato di trasportare una cliente intenzionata a pagare tramite Pos.
L’episodio risulta avvenuto nel novembre scorso, ma a documentare l’accaduto è un documento pubblicato nei giorni scorsi dalla Polizia locale di Genova.
Secondo quanto riferito, il tassista non ha effettuato una corsa richiesta perché “non era in grado di garantire il pagamento tramite Pos”.
Secondo la Polizia locale, quindi, il tassista genovese ha violato il Regolamento comunale nel punto in cui prevede che il taxi “sia dotato di funzionante sistema Pos per permettere all’utente il pagamento della tariffa per il servizio svolto mediante moneta elettronica attraverso carta di credito, di debito o prepagate”.
Pagamento che è “obbligatorio accettare” precisa il Regolamento.
Il tassista si sarebbe difeso così: “Se io prendo la carta e ho finito i gigabyte come la mettiamo? Cosa dico ai clienti? Infatti in quel caso ho chiesto alla signora se aveva il contante. Appreso che non aveva contante disponibile, è stata dirottata ad altro taxi”.
Tuttavia, secondo quanto riferito dalla Polizia locale “appare evidente come sia onere del titolare della licenza usare la diligenza necessaria per garantire il rispetto della norma suddetta e pertanto l’insufficienza di gigabyte per la connessione del Pos non può rappresentare giustificazione idonea”.
Oltre a una sanzione, il tassista genovese si è visto sospendere la sospensione della licenza per due giorni, cioè il minimo previsto, in quanto la “condotta illecita ha provocato un disservizio non grave”.